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IL GALLO CEDRONE di Giambattista Benacchio


Ben lungi dall'avere a che fare con il demenziale film di Verdone, questo di cui vi parlo è un romanzo di cui ce ne vorrebbero di più, sugli scaffali delle librerie e, soprattutto, sui nostri comodini.Oltre a una scrittura impeccabile, sobria e priva sia di roboante superbia sia di esagerata concisione, questo romanzo ci regala una 'storia' veramente importante.Importante per i suoi protagonisti, importante per noi, importante per la Storia, quella con la 'S' maiuscola.A colpi di flashback, ricordi, memorie, eventi storici, sentimenti nascosti e apparenti, odio razziale, stoltezza, umiltà, l'autore ci mostra al contempo i lati migliori e peggiori dell'essere umano.La meschinità e la dignità, la cupidigia e l'amore vero, la rabbia e il perdono, in una narrazione che, pagina dopo pagina, si stringe sul nocciolo della questione.Ma, come al solito, non è questo quello che conta – il nocciolo, appunto – ma tutto il percorso con cui ci si arriva: le parole che si sono accumulate, pregne di quel significato quasi assoluto che soltanto la Storia e il passato sono in grado di conferire, le vicende a tratti quasi futili, che ci mostrano l'evoluzione di un paese, di una provincia, di una regione, di una Nazione intera.E, a giudicare dalle condizioni in cui tale Nazione – vi lascio il gusto di indovinare di quale stiamo parlando – versa oggigiorno, torno a ribadire la tesi con cui ho introdotto questa recensione: di libri così, ce ne vorrebbero di più, senza ombra di dubbio.Concedetevi qualche giorno di pausa dalla vita frenetica, immergetevi con la vostra immaginazione in uno dei luoghi più suggestivi e belli del mondo, e scoprirete di cosa sto parlando. Emiliano Felicissimo