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A MANI NUDE di Stefano Martufi


Ho letto questo libro in poco più di un paio d'ore: un concentrato di narrativa, disperazione, angoscia e talento letterario fuori dal comune, tutto stillato senza paura in un centinaio di pagine.La scrittura è a dir poco frammentata, ci sono dei veri e propri buchi in cui la nostra logica tenterà invano di infilarsi, uscendone desolatamente a mani vuote.Ma è proprio questo che caratterizza le nostre vite, le nostre esistenze: e leggere sulle pagine bianche l'assurdità dell'esistenza umana ci fa sempre un certo strano effetto. Proprio per questo sono pochi gli autori che si avventurano in tali imprese ciclopiche, che ci spiattellano davanti agli occhi la verità nuda e cruda, spogliata di quella patina che il vivere civile e la moralità costituita ci hanno insegnato a usare per coprire i nostri lati più oscuri. E proprio per questo, quando mi capita di trovare tali perle narrative rimango sempre estremamente stupito.Positivamente, sia chiaro.Qui la storia non ha importanza, lo stile nemmeno – almeno apparentemente – i dialoghi non servono, le descrizioni sono soltanto funzionali, le parole sono dosate col contagocce, perché niente ha più senso, se nemmeno la nostra esistenza ce l'ha.Salvo poi, prima di un'inevitabile “finale” – le virgolette ci vogliono, perché una vera struttura predefinita, questo racconto, non ce l'ha – trovare un senso di, seppure piuttosto amaro, riscatto verso quest'incredibile serie di delusioni e disavventure che è la vita.Suvvia, buttarsi giù non serve: ma godersi una piccola opera d'arte possiamo farlo tutti, e v'assicuro che ne vale veramente la pena.Emiliano Felicissimo