arduino sacco editor

MODENA MODENA di Daniele Malavolta


Lo ammetto, non ho visto il film allegato al libro – che, in realtà, è un libro allegato a un film, in quanto è nata prima l'opera cinematografica e poi il romanzo – e conoscendo l'autore mi sarei aspettato una cosa molto diversa.La cosa che più di tutte mi ha colpito, e che trovo che descriva bene il libro di cui stiamo parlando, è una frase all'inizio dell'opera in cui l'autore ci dice che non sopporta le persone che, in maniera alquanto autoindulgente e quasi vittimistica, riempiono i loro scritti di loro esperienze, opinioni, personaggi simili a loro, ecc, aggiungendo poi che però il suo stesso libro sarà una di queste opere.La cosa mi ha fatto sorridere, e mi ha spinto a cercare di capire cosa avrei trovato col passare delle pagine.Ebbene, mi sento di smentire l'autore. Smentirlo bonariamente, sia chiaro.Nel suo romanzo non c'è neanche una traccia di autoindulgenza, il protagonista è sì una vittima – anche se più di situazioni generiche che di una contingenza ben precisa – ma tutt'altro che incline al vittimismo.O meglio, si diverte a prendere in giro se stesso e gli altri facendolo credere – un po' come voleva fare l'autore con noi – ma poi si comporta come se nulla gli importasse davvero: in ciò, trovo la principale critica che l'autore, per bocca del protagonista, muove alle persone che lo circondano e agli scenari vuoti della nostra società ormai persa per strada. Non è una critica vittimistica, appunto, che sottolinea le sofferenze personali e le brutture del mondo che ci sta intorno, ma piuttosto una constatazione che non c'è niente che valga davvero la pena fare, o meglio che una volta provato tutto, non rimane più niente di stimolante.A meno che...Leggetelo tutto, e troverete anche voi uno sconcertante finale – ma è davvero così sconcertante?Emiliano Felicissimo