Avanguardia

HAMAS: BENE PRODI SUL DIALOGO


Plauso da Hamas, gelo da Israele. Se l'invito al dialogo lanciato ieri da Romano Prodi, convinto che sia necessario il coinvolgimento del movimento integralista nel processo di pace in medio Oriente, ha raccolto la soddisfazione di Hamas, le parole del Premier non sono piaciute al Governo israeliano che ha reagito con "stupore e preoccupazione" per l'apertura nei confronti di un movimento che non deve certo essere "premiato" per il suo "carattere terroristico". Una polemica, quella sulla necessità o meno di un dialogo con Hamas, che irrompe nella pausa estiva della politica suscitando l'indignazione dell'opposizione, che chiede al Premier di riferire in Parlamento su questo nuovo "caso internazionale". Prodi però, oltre al sostegno della sinistra di governo, incassa anche l'appoggio, a distanza, della commissione esteri del parlamento inglese che proprio oggi ha pubblicato un rapporto sul Medio Oriente nel quale definisce un "errore" il rifiuto della Gran Bretagna e dell'Unione europea di dialogare con Hamas. Quella esplosa ieri con le parole pronunciate da Prodi a Castiglion della Pescaia, del resto, è solo l'ultima tappa di una querelle iniziata un mese fa sempre in Toscana, quella volta a San Miniato. Ad innescare la miccia, durante la festa dell'Unità, fu il ministro degli esteri Massimo D'Alema, ventilando, per la prima volta, la possibilità di un dialogo con Hamas. Immediata la polemica. Con reazioni durissime dall'opposizione, ma anche da Israele che disse un "no" secco ad ogni ipotesi di "dialogo con i terroristi". Una polemica feroce, tanto che D'Alema, tornando sull'argomento, commentò: "sono stato attaccato come un pericoloso terrorista". Ma ricordò anche che la sua posizione era la stessa contenuta nella lettera inviata dai ministri degli esteri dell'Europa mediterranea al neoeletto inviato del quartetto Tony Blair. L'ipotesi di allargare il dialogo ad Hamas cominciava quindi a prendere corpo. E non solo in Italia. Pochi giorni dopo fu lo stesso premier a tornare sull'argomento parlando di "dialogo necessario con tutte le parti in causa, Hamas compreso". Una posizione che il premier sostiene con forza da tempo e che ha voluto ribadire anche ieri. Se il risultato, come un mese fa, è stata una pioggia di polemiche e la puntuale replica piccata di Israele, il vero elemento di novità è nella risposta di Hamas: il movimento integralista, ha detto il portavoce a Gaza, Sami Abu Zuhiri "é pronto ad aprire un dialogo franco con la comunità internazionale come auspicato dal presidente italiano del consiglio Romano Prodi". Sì al dialogo, dunque, e "apprezzamento" per il ruolo dell'Italia che "testimonia il desiderio europeo di riconsiderare la sua posizione verso Hamas". Esattamente quello che teme Israele. Il direttore generale del ministero degli esteri Aaron Abramovich ha infatti definito "preoccupanti" le parole di Prodi perché "giustificano il timore di Israele circa una progressiva erosione nella posizione europea di chiusura a Hamas fino a quando questo non avrà riconosciuto il diritto di Israele all' esistenza". Trattare con Hamas, del resto, per il portavoce della comunità ebraica romana, Riccardo Pacifici, significherebbe "condannare Abu Mazen" che "grazie al coraggio con il quale ha deciso di intraprendere una pace definitiva con Israele, sta rischiando la sua stessa sopravvivenza politica e fisica". Hamas, taglia corto l'ex presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane, 'Amos Luzzatto, 'deve essere giudicato per la sua realtà presente e non per auspici futuri".