Avanguardia

Berlusconi punta a rifare la Dc. Non è esclusa un'alleanza con Veltroni e il Pd


"Mi sono rotto le scatole". Questa volta Silvio Berlusconi non usa mezzi termini. D'altronde l'annuncio choc della nascita del Partito del popolo italiano delle libertà è un vero e proprio terremoto. Non solo per il Centrodestra ma per l'intero quadro politico. Il numero azzurro ha annunciato: "Faremo l'assemblea costituente per il nuovo partito il 2 dicembre, cioè nell'anniversario della grande manifestazione dell'anno scorso. E in questo partito possono venire tutti quelli che ci vogliono stare". Il Cavaliere sembrava nell'angolo, attaccato e deriso dagli ex alleati dopo la mancata spallata al governo sulla Finanziaria. E invece ha tirato fuori dal cilindro l'ennesima trovata, è sceso in campo per la seconda volta, ha spiazzato tutti. La chiave di lettura della mossa dell'ex premier è la svolta a 360 gradi sulla legge elettorale. Ok al dialogo sulle riforme e addio al bipolarismo. "A questo punto siamo convinti che bisogna andare verso un sistema proporzionale alla tedesca. L'attuale legge elettorale va superata perché non permette di governare". L'obiettivo di Berlusconi è quello di diventare il centro della politica, rifondando di fatto la Democrazia Cristiana. La strategia che Casini percorre da due anni, senza successo, e che il Cavaliere ha avviato in un freddo pomeriggio milanese. Il risultato è la fine della Casa delle Libertà. L'ex presidente del Consiglio mette così nell'angolo Fini, che nei giorni scorsi era stato il più duro nei confronti del leader di Forza Italia (caso Mediaset-Elisabetta Tulliani e scissione del duo Storace-Santanché). Ridimensionato anche il leader dell'Udc, che già gongolava all'idea di dialogare direttamente con Veltroni sul sistema tedesco. Con il proporzionale - come spiega direttamente Berlusconi - Alleanza Nazionale non conta più nulla. Rimane relegata alla destra, rischiando l'opposizione perenne. Il Cavaliere punta a guidare il primo partito italiano, nel quale potrebbero entrare la nuova Dc di Rotondi e La Destra di Storace, per poi decidere - dopo il voto - con chi allearsi. Insomma, il sogno di Casini.