Nun ve reggae più

I volontari della “Stazione” e FS. Una partita ancora aperta.


di Ezio Petrillo Diceva Nelson Mandela che “un vincitore è un sognatore che non si è mai arreso”. La Stazione di Boscoreale è l’esempio concreto di un piccolo grande sogno divenuto, con sacrifici e dedizione, una splendida realtà. Per vincere, però, è necessario continuare a lottare, e, dunque, a sognare. Bisognerebbe capire, inoltre, quali sono le regole del gioco e, soprattutto, verificare l’imparzialità di arbitri e guardalinee. In un Paese normale che spende, tra l’altro, belle parole per il volontariato e in cui si organizzano apposite “giornate internazionali” per il terzo settore; le istituzioni dovrebbero essere in prima linea per difendere un bene comune in disuso, ripulito e restituito alla cittadinanza.Non è sempre così. Ci sono dei casi in cui gli arbitri fischiano a senso unico e alterano il risultato. Determinano la sconfitta di una squadra o, addirittura, l’eliminazione. Poi capita anche che ti stringono la mano a fine partita. Solo se hai perso, però. Il progetto “La Stazione”, è frutto dell’ostinazione dei suoi “calciatori”. Questa partita in difesa della libertà di pensiero, della cultura, e dei beni comuni, non la si vuol perdere.Per questo, dopo anni di sacrifici, di “lotte in mezzo al campo”, si rimane un po’ esterefatti quando si legge sull’”Osservatorio Ferroviario”, che il “Gruppo FS è impegnato a definire e promuovere un piano nazionale di Greenways, di ampio respiro e lunga durata, sostenuto da finanziamenti pubblici e privati” e che, secondo tale piano “le stazioni dismesse saranno trasformate in alberghi, ostelli, ristoranti”. Tutto bellissimo. Peccato però che una stazione dismessa e, di fatto, già riqualificata, come quella di Boscoreale, non venga totalmente menzionata, né si citi, nell’articolo allegato, settori come l’aggregazione sociale e la promozione culturale che sono la locomotiva trainante del volontariato della “Stazione”. Al tempo stesso, come si legge nell’articolo dello scorso 22 Novembre sul sitowww.lastazioneboscoreale.it , recentemente, “le Ferrovie hanno fatto valutare l’immobile da un perito, con l’intenzione di metterlo sul mercato non appena la linea Cancello-Torre sarà dimessa. Il comodato è scaduto da poco e il rinnovo che è proposto dalle Ferrovie ai volontari, non prevede nessuna durata”.Da tutti questi elementi si capisce che per chi, per cinque anni, si è sostituito alle Istituzioni locali, rimettendo a nuovo (in maniera totalmente gratuita) un bene abbandonato al degrado, leggere di fantomatici progetti che godrebbero addirittura di “finanziamenti pubblici e privati” fa piuttosto male. Il progetto “La Stazione” è una goccia viva che promuove la cultura in un contesto dove ci sono siti archeologici ben poco valorizzati come l’Antiquarium e dove, a pochi km di distanza, gli scavi di Pompei perdono inesorabilmente pezzi. In compenso, però, crescono e si sviluppano, in pochi mesi, centri commerciali, discount e supermercati. Non si capisce, pertanto, se ci sono a disposizione fondi pubblici “nazionali ed europei”, come evidenzia l’Osservatore Ferroviario, perchè non utilizzarli prima per rimettere in sesto, restaurare e promuovere ciò che di buono già c’è su questo territorio?La risposta, in questo caso, la dovrebbero fornire “gli arbitri”. I giocatori, in cuor loro, anche se la conoscono, continueranno a lottare in mezzo al campo.