I 5 sensi dell'arte

La musica fa bene al cuore


E’ stato provato che la musica può avere effetti e reazioni anche sull’organismo. La musicoterapia si basa proprio sul principio che il nostro cervello non ‘ascolta’ semplicemente la musica ma la ‘sente’ letteralmente, e questo ha effetti evidenti e concreti sul benessere.Già in passato è stato osservato che l’ascolto prolungato di musica classica causa un notevole aumento della produzione di latte negli animali e test simili avevano dato lo stesso risultato anche sulle donne.Una canzone può avere effetti sulla salute quindi?Secondo un recente studio portato avanti dall’Università di Pavia e pubblicato sulla rivista Circulation è una teoria verosimile.La musica fa bene al cuore e può essere uno strumento di aiuto nella prevenzione di infarti ed ictus. È la recente scoperta tutta italiana in tema di musicoterapia.Secondo lo studio condotto dal team di Luciano Bernardi, il flusso sanguigno varia a seconda del ritmo musicale; di conseguenza si potrebbe provare a controllare il flusso cardiovascolareutilizzando ritmi musicali differenti.Si è notato che ritmi veloci aumentano la pressione ed il battito cardiaco, mentre ritmi più rilassati ne causano la netta riduzione.La ricerca ha coinvolto 24 soggetti sani (12 musicisti e 12 non musicisti) che hanno ascoltato diversi tipi di musica (dalla Turandot di Puccini alla Nona di Beethoven, dalla cantata di Bach al Va Pensiero di Verdi): diversi ritmi, a volumi differenti in cuffia.Gli studiosi hanno misurato battito cardiaco, frequenza respiratoria, velocità del flusso arterioso edelasticità dei vasi e hanno concluso che diversi ritmi e stili musicali possono influire sull’andamento pressorio.Bernardi , autore dello studio, ha spiegato: “Un ritmo più veloce aumenta la pressione e il battito cardiaco, mentre uno più lento li riduce“.Ai partecipanti dello studio sono state date delle cuffie e le variazioni del flusso sanguineo sono state misurate tramite elettrocardiogrammi.“Abbiamo scoperto che anche cambiando lentamente il volume della musica si può ottenere lo stesso effetto“, ha spiegato Bernardi.“Ritmi rapidi a volume crescente – ha aggiunto – causano una leggera eccitazione, mentre quelli che rallentano causano un rilassamento. Mettendo in pausa la musica abbiamo visto una riduzione della respirazione, pressione sanguinea e battito cardiaco, a volte anche al di sotto dei valori iniziali“.Utilizzare il ritmo e il volume di una musica potrebbe risultare utile nel controllo del flusso sanguineo nelle terapie di riabilitazione per infarti e ictus.