azionegiovani

ELEZIONI : LA PUGLIA TORNA A DESTRA

di Fabrizio Tatarella*
 
In un articolo pubblicato, all’indomani della sconfitta alle regionali, per il Secolo d’Italia del 10 aprile e sul Corriere del Mezzogiorno del 13 aprile 2005 intitolato “La crisi reversibile del centrodestra”, sostenevo che la Puglia, nonostante tutto, rimaneva una Regione prevalentemente moderata.
La tesi politica era confortata dallo scarto esiguo in termini di voti tra i due schieramenti, solo 5.000 voti, senza contare la scarsa partecipazione alle urne e, in particolare, le liste non apparentate, fuori dai poli, tutte riconducili al centrodestra, con le quali la medesima coalizione, pur perdendo, era risultata maggioritaria anche nel giorno più triste della Puglia.
Le prime avvisaglie della rinascita, o della resurrezione visto l’approssimarsi delle festività pasquali, dei moderati pugliesi si erano avute con le vittorie della giovane destra barese nelle scuole e nell’Università di Bari, dove si verificava una forte inversione di tendenza, con la sinistra, per la prima volta nella storia, esclusa dagli organi centrali dell’Ateneo del capoluogo pugliese.
Dopo la vittoria di Vendola, preceduta dalla ormai sfiorita ed appassita primavera pugliese in quasi tutti i Comuni e le Province della Puglia, un solo anno è stato necessario ai moderati pugliesi per cambiare, ritornando nella loro naturale casa, quella dei moderati autentici, alleati con una destra seria, responsabile e credibile.
I pugliesi hanno sperimentato, più di tutti, sulla loro pelle le mancate promesse di un governo dove prevale la sinistra estrema, “propagandistica ed inconsistente” secondo Emanuele Macaluso (Riformista del 12 c.m.), con i cattolici relegati ad un poco dignitoso diritto di tribuna.
Dalle promesse non mantenute, come l’abolizione del tiket sanitario mai realizzato, ma vero leit motiv della campagna elettorale dell’estremista ed incontinente verbale Vendola, allo scarso senso istituzionale dimostrato dallo stesso quando offese le popolazioni garganiche in occasione della Bit di Milano, momento propizio per promuovere il turismo e la Puglia, ma anche per tacere, invece di esternare continuamente ed ergersi a tuttologo dello scibile umano.
Né può passare inosservato quanto avevamo ampiamente previsto  solo pochi mesi fa, ossia l’assoluta marginalità delle sensibilità cattoliche in una coalizione fortemente egemonizzata dalla sinistra radicale, la sola con a capo un esponente di Rifondazione Comunista.
Come non dimenticare, infatti, la discutibile, e molto discussa, legge sulla famiglia che equipara la famiglia tradizionale a ogni tipo di “unione solidaristica”.
Il mancato interesse per i giovani, determinanti per la risicata vittoria del poeta rosso, concretizzatesi con la scellerata perdita dei fondi comunitari per la formazione professionale degli stessi e l’inutile, oltre che pretestuoso, commissariamento degli E.Di.S.U., impedendo ai rappresentanti democraticamente eletti, colpevoli di non essere di sinistra, di esprimere le ragioni degli studenti.
La sconfitta della sinistra è la sconfitta di Vendola che, durante la campagna elettorale, aveva suscitato passione, quella stessa passione riscoperta dal centrodestra in grado di ritrovare la sua anima popolare, ritornando a parlare alla gente, come lo stesso Presidente ha ammesso nel commentare i dati elettorali pugliesi.
Si tratta della sconfitta politica di una sinistra estrema e di un “Presidente per caso”, vittima di se stesso e della sua personale concezione, vanitosa ed immaginifica, dell’amministrazione della cosa pubblica, oltre che di un estremismo verbale, di una politica parolaia, priva di provvedimenti concreti nell’interesse dei pugliesi.
I pugliesi sono stati affascinati dalle parole del presunto profeta, ma disillusi da chi asseriva di rappresentare la Puglia onesta, salvo poi scoprire di avere, all’interno della sua parte politica, scheletri negli armadi e nelle discariche, in poco tempo gli hanno intimato il preavviso di sfratto.
Saremmo, tuttavia, ingenerosi nell’attribuire tutto il merito della sconfitta della sinistra all’insipienza amministrativa e alla scarsa progettualità politica del Presidente della Regione, in quanto non si può dimenticare che il centro sinistra governa la maggior parte dei Comuni dove, non a caso, il centrodestra ha registrato i successi più clamorosi, basti guardare a Foggia e Bari città, dato comprovato, a contrario, dalle travolgenti vittorie della CdL nelle città dalla stessa amministrate, Lecce su tutte.
Parte del merito del successo della CdL, oltre alla capacità di riorganizzarsi in poco tempo dopo una difficile sconfitta, è da ascriversi anche alla  evanescente politica degli annunci e  dei proclami di Emilano, altro clamoroso sconfitto di questa tornata elettorale.
Il Sindaco di Bari ha tentato, senza riuscirvi, di coprire il nulla assoluto amministrativo con la demolizione di Punta Perotti, ma anche qui, come nel caso di Vendola, i baresi non si sono lasciati ingannare dalla politica degli effetti speciali, notificando un secondo preavviso di sfratto al magistrato – sceriffo che, dopo  aver annunciato e promesso maggiore sicurezza, ha visto, invece, aumentare omicidi, rapine, furti non solo nelle periferie tradite come Enziteto, ma nelle centralissime zone del quartiere murattiano che pure lo avevano largamente premiato due anni fa.
La sinistra in Puglia, ovunque al governo degli Enti Locali, ha, in sostanza, dimostrato unicamente di non essere capace di rappresentare i sogni, le aspirazioni e le necessità del popolo pugliese del quale si era indebitamente appropriata, attraverso numerosi errori del centrodestra, errori che i moderati, imparata la lezione, non hanno compiuto e non devono commettere mai più per evitare a se stessi spiacevoli sorprese e alla Puglia e ai pugliesi irreparabili danni.
 
*Esecutivo nazionale Azione Giovani