RAGGI DI STELLE...

Post N° 375


RAINBOW(da ascoltare)Arcobaleno. Come i tuoi discorsi variopinti. Come le tue parole dipinte con pennellate un po’ caotiche e di mille colori. Come la proiezione sulla parete dei cristalli attraversati da una cascata di luce,Cento tubetti di colore aperti. Non può bastare una tavolozza per te. Prendi tutto il tavolo. Ti regalerò tutti i tavoli del mondo se rimarrai così.La pioggia bagna la finestra, il vetro si ricopre di gocce, l’odore del legno umido ti arriva definito. Ricorda l’odore dei prati dopo la pioggia. L’odore della terra umida.In via Piè di Marmo, qui dietro al Pantheon, c’è un fornito negozio di materiale artistico. Andiamo insieme: potremo comprare tutti i colori che vorrai. Ed i pennelli? Conosco già la tua risposta: preferisci le mani. Usar le dita per distribuire la pasta colorata come se fosse un gioco. E’ un gioco. Un gioco. Io gioco. Gioco con te. Gioco con te quando arrivo a spargere il colore sulla tela, sui pensieri.Le tue mani percorrono la tela. Scendono, descrivono una curva di un verde intenso sul bianco immacolato della tela. La punta del dito piena di colore, mentre la pasta si ammonticchia un po’ dove la linea cambia direzione.Le mani accarezzano quelle dimensioni come se fossero fiori. Ancora colore: stringi il tubetto, il colore si adagia morbido sulla tela. E le dita lo distribuiscono. Un giallo caldo invade il bianco. Come un giglio che si sposa con un fiore di campo. Ne emerge un’immagine tenera. Calda.Sorridi. Ti piace quel sole che si fonde con il colore dei prati.Il re del cielo con la coperta della Terra: il sole ed i prati.Forse… Ma ti piacciono le associazioni più stravaganti di idee. Così percepisci che sei vivo. Che la tua originalità appartiene solo a te.Fuori pioggia, ma cosa importa. Il tuo sole è lì che sposa la sua terra, sulla tua tela.Arancione. Esplode ironico sul tuo quadro. Ti mette allegria quel colore. Troppo sgargiante, tuttavia. Terra di Siena. Si sovrappone alla pasta più chiara.  Asciughi l’indice, la stoffa bianca diventa gialla, e verde, e ti tuffi sul nuovo. Deciso. Descrivi linee rapide, come sferzate di emozione. La vita è lì, nelle tue dita che sentono la morbidezza e la vischiosità del colore ad olio. Le tue dita che se potessero canterebbero l’inno alla Gioia. Le tue mani, leggermente arrossate dal freddo.Se potessi…ma puoi. Puoi farlo. Un tubetto, due tubetti. Ancora. Volano via i tappi bianchi, il rumore di uno che rimbalza accanto al cavalletto. Magenta, blu di Prussia, verde inglese.Il caffè sul tavolo ancora tiepido. E la tua mano continua a stringere tubetti, un numero maggiore. Azzurro, azzurro cielo. Una leggera stretta, ed ecco. La mano si riempie di colori, una pasta morbida, sensuale, confusa.Il palmo si unisce alla tela. L’accarezza. Le imprime segni indelebili, colori, come se fosse una bocca. Una bocca sul corpo caldo della sua amante. Il colore è lì. Muto. Radioso. Disordinatamente indefinibile.Ti sembra di sentir tutti gli strumenti di un’orchestra suonar nello stesso istante: il flauto traverso si accompagna al sax, il violino alla tromba. Maè un’armonia. Una melodia.I tuoi colori. La tua mano che ondeggia sulla tela, la pasta che si dispone casualmente, lasciando solchi e colline. Quando si asciugherà potrai percepirne lo spessore, la consistenza.  Le dita, il palmo, cosparse di colori. La tela trionfante nella sua veste arcobaleno.Ed il caffè ti aspetta. E ti aspetta lei, che ancora dorme nel vostro letto. Quando l’hai lasciata avvolta nella coperta, con i capelli sparsi sul cuscino, ha allungato la mano…e ti ha chiesto di provare a dipingere la vita. Torni da lei così, con le mani ancora ricoperte di colori. Le dedicherai il tuo quadro. Arcobaleno. Vita.L’abbracci mentre ancora sogna, lasci ombre colorate sulle lenzuola. La stringi forte. Le lasci una carezza di colore sul viso. Si sveglia sorridendo ai tuoi occhi.Fai di lei la tua tela. Lei fa di te le mani che l’hanno dipinta.Ancora una volta nei colori trovi la vita. I colori. La luce.