Lu Blog

Quartiere mio


Una volta quando dicevi che eri di San Donato subito ti identificavano a metà tra un carcerato e un abitante di una specie di riserva indiana. Quando tornavo dal mercato del lunedì allo stadio, mio nonno mi chiedeva sempre: "Ma addò si jit..a Pescare?".Con la storia degli zingari e dei delinquenti ho imparato fin da piccolo che per migliorare una cosa bastava cambiargli il nome e quindi per evitare la vergogna bastava dire di abitare nel quartire n°1! Così facevano anche gli amministratori che nel PRG ci appartenevano a San Silvestro e così l'ultimo arrivato dei parroci nel cambiare in fretta e furia il nome della fermata ferroviaria in San Marco.Negare sempre..anche l'evidenza..come nel tradimento! Una volta c'erano più campetti che palazzi a San Donato, mica con l'erbetta sintetica che ti fa crepare, ma di terra, quella vera, e le porte ce le facevamo con i paletti di legno rimediati (vabbò..fregati..) in giro. Quante cazziate c'abbiamo preso dalla vecchiarella quando la palla andava in mezzo al suo campo di grano.E già, perchè anche a Pescara una volta c'erano i campi di grano.Oggi la riserva indiana non c'è più, sono scomparse le praterie, gli indiani e pure i cavalli. Sulle praterie ci hanno fatto i palazzoni, gli indiani li hanno appiccicati davanti alle televisioni. E i cavalli? Ovviamente sui balconi!