"IL MIO TANGO"

Post N° 76


Camilla era una bambola di pezza. La mia preferita. Fra tutte. E io l'adoravo. Eppure...Avevo otto anni quando mi fu regalata. Non aveva occhi, bocca, naso, vestiti, capelli. Divenne il mio passatempo preferito e il mio obiettivo principale. Riuscire ad essere la sua mamma. E cominciai dai capelli. Cucivo lunghe ciocche di lana cioccolato sulla sua testa. Ciocca per ciocca, ordinatamente, meticolosamente, amorevolmente. Poi rotondi bottoni neri furono i suoi occhi, grandi, belli, profondi. Il suo volto cominciò a prendere la forma che avevo sperato. E il suo gran sorriso rosso mi riempiva il cuoricino quando l'ammiravo incredula quasi di quel che avevo fatto. Le avevo donato un motivo. Ricordo di averle fatto a maglia un vestitino in lana blu cobalto, e quanto tempo ci ho messo per ultimarlo. Ma dedicavo a lei ogni momento libero che avevo, altrimenti avrebbe potuto sentirsi trascurata. Le comprai dei nastri rossi di raso, e ne feci una cinta e dei fiocchi per capelli. Era bellissima. Così. Senza naso e sopracciglia. Era la mia bambola. Il mio orgoglio. Il motivo per il quale mi sentivo importante. Ha dormito e sognato con me fra le coperte del mio freddo letto. E con lei mi sentivo protetta, al sicuro. Ce ne son state altre di bambole, forse persino più belle. Ma Camilla era ineguagliabile. A volte  temevo di sciuparla col mio tocco. Ormai era mia. Mi bastava solo guardarla da lontano lì seduta sul mio letto. E lei non pretendeva nulla, complice qual era del mio gioco inconsciamente malvagio. Lei sapeva. Il fine se ce n'era uno e il mezzo. Mi voleva bene. Sino a quando Camilla è andata via anche da lì. E gli anni son passati. In soffitta ho cercato fra polvere ricordi e scatoloni...ma Lei non c'era...Camilla era una bambola di pezza. La mia preferita. Fra tutte. E io l'adoravo. Eppure...L'ho gettata via.