Emanuele Monduzzi

Marcialonga Running 1 anno dopo: non solo corsa


Ebbene sì è già trascorso un anno dal mio personale esordio nel singolare mondo del podismo.Proprio un anno fa partecipavo alla Marcialonga Running, la mia prima gara podistica in assoluto, sul famoso tracciato reso prestigioso dalla più nota gara di sci da fondo che si disputa in Val di Fiemme/Fassa.Un anno è passato in un lampo, la gara è sempre la stessa ma molte cose sono cambiate: gli impegni lavorativi sono drasticamente aumentati, la prole inizierà ad andare a scuola, le abitudini familiari stanno cambiando. Anche il beach volley, la mia più grande passione, dopo era stato dormiente per oltre un anno, a causa delle note vicissitudini trattate anche su questo blog (a proposito a breve altre puntate della saga Beach Volley Gate), sta ritornando in auge...insomma un anno denso di cambiamenti e novità.Si diceva che la gara è sempre la stessa ma qualcosa è cambiato.Premetto che non mi piace correre in modo fine a se stesso, non mi piace il podismo come sport ma devo dire che emana un fascino irresistibile e porta a scoprire se stessi sia dentro che fuori. Non ho nessuna velleità sportiva nel podismo anzi: l'obiettivo è sempre quello, portare a termine il maggior numero di grandi classiche della Romagna ivi inclusa la 100km del Passatore, collezionando il maggior numero di maglie nere possibile.Durante questo ultimo anno con la partecipazione alle prime gare ho affinato un po' la tecnica seguendo anche i suggerimenti del mio mentore Piero 'MilesEater' Paganelli: quindi ben venga la crema nei piedi antivesciche o quella sui capezzoli per evitare le abrasioni ma GIAMMAI tradirò la mia natura di beacher indossando sempre il mio storico boxer da mare fiorato e la canotta da beach volley per ogni gara podistica.Dopo un anno e qualche altra podistica effettuata dal mio esordio ho perso l'inibizione e sudditanza/superiorità (a seconda dei casi) nei confonti di questo strano mondo senza però mai mancargli di rispetto.La gara di indubbio fascino non è poi stata tanto diversa dalle altre anche se disputarla con MilesEater, costretto ad andature vergognose rispetto ai suoi standard per colpa del sottoscritto, non è mai la stessa cosa: qualche saggio consiglio, qualche tattica di gara, un piccolo aneddoto sulle sue imprese ti apre sempre le mente.Questa volta però anche il sottoscritto ha insegnato qualcosa a MilesEater: vivacchiare nelle retrovie, imparare a convivere con la 'scopa' (quello che chiude la corsa), arrivare ai ristori quando il the caldo è diventato the freddo... fino al siparietto finale: oramai nelle ultime posizioni i due baldi padani decidevano infatti di puntare assolutamente alla maglia nera arrivando persino a fermarsi per ristorarsi alla tavola di un gruppo di locali lungo il percorso che si accingevano ad un pantagruelico pranzo della domenica.Dopo questa sosta anomala finalmente l'arrivo: l'accoglienza per gli ultimi è stata, per una volta, onorevole tanto quanto per i primi e la maglia nera è stata conquistata col sorriso sulle labbra.Stessa gara, stessi kilometri, stesso paesaggio ma emozioni diverse da un anno fa... ma sempre emozioni.