Badanti..

ASSISTENZA AGLI ANZIANI, SI RISCHIA IL CAOS


Di Thomas Delbianco in collaborazione con il Messaggero  Sono duemila i pesaresi che si affidano alle badanti. Per la Caritas servono aiuti e controlliCase di riposo o alloggi comunali con l’assistenza dei servizi sociali? Gli anziani preferiscono le badanti. La responsabile provinciale della Caritas, Miria Lazzari, mette in evidenza come negli ultimi 2-3 anni, nella nostra città come in altre, ci sia stata un’inversione di tendenza per quanto riguarda l’assistenza alla terza età. Soltanto a Pesaro sono più di 2000 gli anziani, in prima persona oppure tramite le loro famiglie, che hanno scelto questa via. Un’assistenza che, però, non gode di nessun sostegno comunale: per questo motivo la Lazzari chiede l’intervento del Comune di Pesaro: «Ritengo che l’amministrazione dovrebbe aiutare gli anziani affidati alle badanti, soprattutto quelli soli, sostenendoli economicamente». Una richiesta, questa, che nasce da motivazioni ben precise: «Gli anziani che si affidano completamente alle badanti spesso utilizzano tutta la loro pensione per pagarle. Questo è un problema, in quanto poi non possono sostenere altre spese. In primo luogo limitano il vitto, non si comprano più vestiti e sono costretti a fare altre grosse rinunce. Per questo molti di loro che decidono di rimanere a casa con questo tipo di assistenza avrebbero bisogno di un sostegno finanziario da parte delle istituzioni». Un aiuto che inciderebbe positivamente anche nella vita delle stesse badanti: «Molte di loro hanno bisogno di lavoro e soldi. Noi riusciamo a collocarle con contratti mensili da 500 euro, ma quello che guadagnano non è commensurabile al numero di ore che assistono l’anziano. Il loro stipendio ogni mese dovrebbe aggirarsi sui 750 euro, però si accontentano, anche perchè i loro assistiti di più non possono pagarle». Se l’anziano rifiuta la casa di riposo o altre sistemazioni esterne, per le famiglie spesso la scelta della badante è obbligata: «I familiari delle persone della terza età non sempre hanno possibilità di accudire i propri parenti per l’intero arco della giornata. Sia perchè hanno impegni lavorativi, sia perchè, soprattutto quando parliamo di anziani di 90 e passa anni, gli stessi figli hanno un’età avanzata e non sempre riescono ad essere utili per un’assistenza di questo tipo. Ecco allora che entrano in gioco le badanti, solitamente di origine rumena». La scelta della nazionalità non arriva a caso: «Ci sono le radici comuni e gli anziani si sentono più a loro agio. Le badanti rumene sono donne con una maggiore vicinanza culturale all’Italia rispetto a quelle di altri Paesi stranieri. Comunque sono sempre persone inizialmente estranee, che possono dare molte garanzie, ma anche poche». Ed è proprio in questo senso che la Lazzari avanza un secondo tipo di intervento del Comune: «Le persone anziani, in particolare quelle che non godono di aiuti familiari, hanno bisogno di essere tutelate. Per fare questo ci vorrebbero controlli periodici da parte degli assistenti comunali nelle case di queste persone, per osservare l’integrazione con le badanti e nel caso ci fossero dei problemi provvedere a sostituirle o trovare altre soluzioni». La Lazzari non nasconde che, con l’andare del tempo, tra l’anziano e la badante possa nascere una sintonia perfetta, come nel caso di un anziano disabile che «una volta conosciuta una giovane ragazza, la quale si è dedicata totalmente a lui, ha scartato la decisione di entrare in una casa di riposo, come gli era stato proposto. Ora lui non può più staccarsi da lei e si fa aiutare in tutto». Spesso i pensionati si affidano completamente alle badanti, anche a costo di un distacco dalla realtà: «Un altro anziano non esce più di casa. A tutte le sue necessità provvede la badante, venendo spesso qui da noi a prendere biancheria, vestiti e tante altre cose».