L'intollerante

L'Italia si arrende ai "mercati" ma agli italiani esterofili va bene così


E’ caduto Silvio Berlusconi e in molti festeggiano per un battaglia (importante) vinta ma si dimenticano che, da anni, stanno perdendo ripetutamente ed inesorabilmente una guerra fondamentale: quella per un futuro dignitoso e per una sovranità nazionale solida ed intoccabile. L’Italia ossessionata dall’antipolitica consegna la propria politica nelle mani di un alfiere del neoliberismo targato Fmi e Bce. L’Italia ossessionata dai propri affarucci di quartiere si lascia scippare definitivamente l’ultima occasione per scegliere da sola di che morte morire. D’ora in avanti la priorità assoluta sarà il pagamento del debito; di questo debito che in grossa parte è solo una colossale e criminale truffa ai danni di cittadini sempre meno rappresentati e meritevoli di rappresentanza.Ma l’anoressica consolazione per gli antiberlusconiani irriducibili è servita: l’oramai ex premier dovrà vergognarsi per il resto dei suoi giorni e vivere da fallito-ripudiato. Passerà alla storia come l’uomo che doveva (e poteva) cambiare tutto ma che ha deciso che bisognava lavorare per il cambiamento solo “a tempo perso” e solo per la tutela della propria persona. Passerà alla storia come la più grande promessa infranta da un politica da sempre bugiarda ma mai così cialtrona, frivola, cafona e ricattabile. Intorno a lui un’opposizione ipocrita ed ugualmente colpevole ma solo un pelino meno sguaiata e puerile destinerà il paese alla recessione ineluttabile e ad un gruppo di lobby che non ha paura di ridurti alla fame perché non ha bisogno del tuo voto e del tuo consenso. Qualcuno ha visto il 12 novembre 2011 come una data di “liberazione”, non rendendosi però conto che la schiavitù nei confronti dell’oligarchia denarocentrica continua, ma con un dettaglio ancora più agghiacciante: ora gli affaristi non sono più “raggiungibili”. Ora gli affaristi sono lontani, invisibili, non individuabili e ancora più spietati delle cricche e dei vari movimenti massonico-mafiosi nostrani.I più disinformati si rifugiano nell’idea che quello guidato da Monti sarà “un governo tecnico come altri” ma, del tutto ignoranti in materia storica, economica e politica, non sanno che il nuovo uomo anti-default è in realtà il cavaliere pro-recessione e pro macelleria sociale messo in sella al nostro ronzino spompato direttamente dal Fmi? Ecco: il Fondo Monetario Internazionale è quell’organo criminale ed autoreferenziale che, durante la crisi degli anni 80, destinò alle banche in difficoltà qualcosa come 150 miliardi di dollari ed al welfare degli stati in crisi qualcosa come zero euro. E’ un mano spietata che racimola gli ultimi risparmi delle famiglie, degli imprenditori e di qualsiasi altro essere umano per arricchire ancor di più chi è già diventato straricco grazie alle crisi create ad arte.Così oltre il danno resterà la beffa: ci convinceranno che in effetti dobbiamo “tirare la cinghia” per “evitare il default” e che tutto sommato è giusto così visto che “in passato abbiamo goduto di troppi privilegi”. Certo era intollerabile che un uomo, dopo aver lavorato e pagato tasse per 50 e passa anni, poi potesse godere di un trattamento pensionistico dignitoso ed utile anche ad aiutare i propri figli e i propri nipoti. Certo è incredibile e parassitario il ragionamento secondo il quale chi perde il lavoro debba godere di qualche ammortizzatore sociale per non morire di fame e di depressione. Così come è impensabile che chi si ammala debba essere curato a spese della collettività. E poi scusate: vi rendete conto di quanto fosse indecentemente privilegiato il lavoratore che con turni di 10 ore al giorno per 6 giorni su sette riusciva a comprarsi un auto senza effettuare un “finanziamento anticipo zero da rimborsare in 84 comode rate mensili con taeg massimo del 9%?”.  In effetti è giunto il momento di rinunciare a tutte queste coccole sociali che per anni hanno garantito un briciolo di equità e di equilibrio sociale. Infondo ad imporci queste riforme “lacrime e sangue” sono persone che, come lo stesso Monti, da senatori a vita guadagneranno un pingue stipendio da 25.000 euro al mese e, come speculatori finanziari ed usurai legalizzati, potranno a malapena comperarsi 2000 auto di lusso, 100 ville e 300 yatch. Va bene così: stappiamo lo spumante per salutare mister B e poi però torniamo subito a lavorare il doppio per guadagnare sempre meno. Del resto c’è la crisi, no? Da bravi schiavi non potevamo né dovevamo mica sperare in qualcosa di meglio…