L'intollerante

Caserta: al Teatro Comunale i giudici recitano il diario immaginario di Borsellino


Dalla cattedra e dalle aule di tribunale direttamente sul palco: con il riadattamento teatrale di “Paolo Borsellino Essendo Stato”, Rosario Cappuccio porta in teatro il diario immaginario scritto nel 2004 dal fratello del noto magistrato ucciso dalla mafia siciliana. Un viaggio lungo, profondo e a tratti bambino nella Palermo degli anni 70-80 e 90. Una Palermo che alterna il profumo d’aranci all’odore del sangue e che, come gran parte delle terre del sud, colpisce con un mix stordente di schiaffi e carezze, di lacrime e sorrisi; di coraggio e paura.Organizzato dalla Facoltà degli Studi Politici Jean Monnet e dall’associazione Studenti Jean Monnet in collaborazione con l’assessorato alla Cultura del  Comune di Caserta, l’evento ha trasformato per una sera i giudici in veri e propri attori: i magistrati Franco Roberti, Umberto Zampoli, Maria Teresa Belmonte, Lucia Casale, Ornella Dezio, Maria Chiara Minerva, Rocco Alfano e Luigi D’Alessio hanno infatti recitato alcune letture riprese liberamente dall’opera di Cappuccio. Sceneggiatura ridotta al minimo, un video introduttivo con le immagini e le voci di quei drammatici anni 90 targati Capaci e Via D’Amelio ed un leggio per celebrare le vite spezzate ma mai piegate dalla malavita. Giudici, giornalisti, pm: l’elenco delle vittime sembra non finire mai; proprio come sembrano non finire mai le parole e i racconti di chi ha reagito ed ha vinto la propria battaglia contro la prepotenza della mala.DEL GAUDIO:“COINVOLGIAMO ANCHE LE SCUOLE”“Il Teatro Comunale di Caserta deve proporsi con decisione per organizzare eventi come questo – osserva il sindaco Pio Gaudio al termine dello spettacolo-. Mi impegnerò personalmente per coinvolgere anche le quinte classi degli istituti superiori e, perché no, per fare in modo che a salire sul palco a ricordare gli eroi dell’antimafia ci siano proprio gli studenti”. Dichiarazioni importanti, quelle del primo cittadino Casertano; visibilmente entusiasta dell’iniziativa ospitata dal Teatro Comunale e deciso dunque a riproporla coinvolgendo anche le scuole e quindi i più giovani.IL DIBATTITO DOPO LO SPETTACOLO:“LA MAFIA E’ ANCHE NELLA SOCIETA’ CIVILE”Al termine della rappresentazione, sul palco del teatro è iniziata la tavola rotonda intitolata:“Istituzioni, uomini e società - coraggio e azione comune contro le mafie”. Al dibattito, moderato dal direttore de “Il Denaro” Alfonso Ruffo, hanno partecipato Ruggero Cappuccio, Federico Cafiero De Raho della Dda di Napoli, Giovanna Palermo della Facoltà di Studi Politici “Jean Monnet, Leandro Limoccia del Collegamento campano contro le camorre “G. Franciosi” e Luigi Gay, procuratore aggiunto di Santa Maria Capua Vetere. Praticamente tutti gli interlocutori si sono mostrati concordi su una considerazione fondamentale proposta dalla professoressa Palermo: “La mafia non è “semplicemente” un cancro da estirpare per vie giudiziarie ma un fenomeno che spesso combacia con la stessa società civile. Qualcosa che si è sedimentato nella nostra cultura e che bisogna sradicare non vedendolo come un aspetto esterno alla civiltà”.DI SEGUITO IL VIDEO CON LE INTERVISTE A ROBERTII, CAPPUCCIO E PALERMO