L'intollerante

Con i piedi per terra


"Germà, devi restare con i pieni per terra". Quante volte mi sono sentito ripetere questa frase?! Facendo rapidamente mente locale, direi circa nove milioni di volte...eh si; del resto, i migliori salti, si fanno proprio partendo con i piedi ben piantati per terra, no?! Eppure io ho questo stramaledetto entusiasmo che spinge e scalpita, agendo come una sorta di pallone aerostatico; cerca di tirarmi su ed è dannatamente difficile riuscire a non sognare una realtà migliore e più stimolante di quella nella quale vivo. Volevo fare l'attore ma, le possibilità di successo in questo campo, erano pressochè nulle...volevo e voglio fare lo scrittore ma, diamine, dovrò preparmi a "puzzarmi" di fame se sceglierò questa strada. Ok allora aggiungiamo come obiettivo il giornalista anche se, riflettendoci, dovrei rassegnarmi ad una vita fatta di contratti a tempo determinato e a un lavoro singhiozzante e poco remunerativo. Bene, bene...mettiamo in moto il cervello e vediamo quale altro lavoro posso sperare di fare da "grande"...umh, il presentatore/conduttore; insomma, una sorta di Daniele Bossari. Si, mi piace, mi sento nato per questo lavoro, è perfetto e mi farebbe sentire vivo; lavorerei mettendoci l'anima e sono certo che farei strada rapidamente.
Però aspetta...frena, frena fratello... ancora una volta, piedi e fantasia sono agli antipodi e tu stai viaggiando in luoghi che, a quanto pare, non raggiungerai mai se non oniricamente parlando. Tuo padre ti ripete sempre che:"Devi dar conto alle statistiche e non perdere troppo tempo in voli pindarici...la maggior parte delle persone fa un lavoro che odia e guadagna una miseria e, se non vuoi rimanere disoccupato a vita, devi studiare e basta". E tu pensi:"Ma perchè non posso provare ad uscire da queste stracazzo di statistiche?! Perchè non ci posso almeno tentare?! Tanto, per adesso, ho ben altre cose per la testa; l'università la finirò senza dubbio ma, in questi giorni, ho bisogno di pensare che ci sia anche qualcos'altro; qualche opportunità meno deprimente di un lavoro nell'amministrazione pubblica(sempre se hai le giuste spinte). Tanto a me basta una sola opportunità, una soltanto e, giuro, spacco il mondo. Il bello è che mi guardo intorno e vedo tanti miei coetanei molto più in gamba di me che soffrono della stessa mancanza di prospettive, dello stesso, squallido obbligo di tenere i piedi non piantati per terra, ma immersi direttamente nel cemento a presa rapida.Sono convinto che,l'impossibilità di muoversi nel mondo dei sogni, sia spesso una buona ragione per passare la vita a piangersi addosso e a lamentarsi per le occasioni perdute. Oggi, il lavoro, te lo devi inventare, soprattutto se sei nato e vissuto al sud. Io di idee ne ho tante, ho solo bisogno di farle esplodere; in caso contrario, rischio di esplodere io.