L'intollerante

"Padania" Vs Mezzogiorno...i nuovi schiavi


Particolarmente pietosa (e per questo molto seguita) l'ultima puntata di Ciao Darwin; con un Bonolis redivivo pronto a condurre l'epico scontro tra la fantomatica Padania ed il nullafacente mezzogiorno. Uno battaglia che, come intuibile, è stata combattuta a suon di luoghi comuni: con i produttivi ed iperattivi nordici ad un lato del ring ed i sonnacchiosi e disordinati terroni dall'altro. Tosca D'Aquino è stata la bella  e combattiva regina del settentrione che si è opposta con fierezza e fino all'ultimo stereotipo disponibile al gagliardo Fabio Testi; nordico campione e noto lavoratore instancabile.Dopo la puntata-successo, su web e riviste si leggevano le impressioni dei vari giornalisti, blogger ed opinionisti. Tra tutti mi ha colpito quella di una collega milanese che, su una testata on-line della quale ora mi sfugge il nome, rimaneva inorridita dinanzi alla "pigrezza" meridionale che sarebbe emersa anche durante il programma di Canale 5. In particolare, l'arringa è partita contro un discorso (decisamente banale a dire il vero) della D'Aquino. In pratica, la bella terrona, si consolava della minor produttività dei suoi conterranei osservando che così, almeno, le donne del sud avevano più tempo a disposizione per occuparsi di casa e figli. La giornalista milanese a quel punto non c'ha visto più ed ha commentato:"Cara Tosca piacerebbe anche a noi mamme del nord avere più tempo per la famiglia...ma se qui non lavori e produci non vai avanti. Qui tutto costa molto di più e non ci si può concedere il lusso della siesta pomeridiana". E poi ancora:"Prova a spegnere il cellurare per il pisolino pomeridiano che tanto piace a voli del sud...perdi un'opportunità di lavoro-guadagno e sei finita".In ultimo l'amara constatazione:"Magari è sbagliato questo modo di vivere (mannò è il sogno di ogni persona dotata di cervello ndr) ma dobbiamo capire che non c'è alternativa e che non possiamo continuare così: noi che produciamo e voi che dormite".Ora, lungi da me analizzare il coro deprimente di banalità a buon mercato espresse da una parte e dall'altra, mi piacerebbe riflettere brevemente su questa nuova schiavitù alla quale, a quanto noto, ci stiamo pericolosamente rassegnando un po' tutti. La lombarda in questione trova dunque giusto o comunque inevitabile lo spropositato costo dei beni di consumo e, cosa ancora più triste, si rassegna ad affidare i propri figli a tv e baby-sitter perchè si "deve lavorare e produrre". E visto che questa filastrocca "Il nord produce ed il sud non fa un cazzo" sta diventando il motto del governo, vorrei porre l'attenzione su alcuni aspetti annessi e connessi a tale "pensiero": ma siamo sicuri che, lavorare 13 ore al giorno per 7 giorni su 7 con capo chino e cervello attivo solo per ciò che riguarda la professione sia "progresso"?Siamo sicuri, soprattutto, che sia da persone intelligenti e sensibili? Siamo sicuri che sia giusto perdersi l'infanzia dei propri piccoli per acquistare un'auto che potrebbe costare 2500 euro e che invece ti vendono "con la super-offerta valida solo a fine mese all'imperdibile prezzo di  12.500?". Volendo evitare la solita retorica anticonsumistica, in ultimo mi chiedo: siamo sicuri che il futuro sarà proprio nelle mani di questi nuovi schiavi egoisti quanto miopi e presuntuosi? Siamo sicuri che le risorse che al momento sono sulla terra ci permetteranno ancora a lungo questo tipo di (non) vita? Il lavoro nobilità l'uomo ma il solo lavoro uccide l'anima. Sarebbe forse il caso di ricordarsene, almeno ogni tanto. Senza lanciare urla di sdegno verso chi, ogni tanto, si concede il "lusso" di fermarsi. Che poi il meridione sia straripante di scansafatiche che non sanno cosa sia avere delle responsabilità e non essere assistiti dalla stato direi che è inconfutabile...ma, tra i due estremi, siamo certi che sia meglio quello "padano"? A giudicare dal livello intellettuale medio dell'elettore tipo leghista direi proprio che, entrambi gli esempi, sono decisamente deprimenti; con l'eccezione che il secondo abbina l'ignoranza e la pochezza con l'arroganza spropositata.