L'intollerante

Giornalisti italiani ritrovate la dignità e fatelo adesso


E' arrivato il grande giorno, con la super-mega manifestazione nazionale organizzata per dire no alla tanto detestata (e detestabile) "Legge bavaglio". L'evento ha goduto di una partecipazione trasversale e, come quasi mai accade, editori e giornalisti di testate "nemiche" si sono incontrati per combattere insieme contro il devastante e temuto specchio della censura. In piazza ci sono anche tantissimi magistrati e politici, con il "Popolo Viola" (caricato a molla dall'Idv) e qualche bandiera rossa con falce e martello a ricordare bei tempi che mai furono.Alla nuova, ipocrita carnevalata italica volevano invitare anche Sbirulino, Cristina D'Avena e Uan di Bim Bum Bam ma, purtroppo, Sandra Mondaini non è al top, la D'Avena sta patorendo il decimo figlio e Uan è morto di overdose lo scorso capodanno. Poco importa, però: perchè per una volta una legge proposta dal governo ha messo d'accordo proprio tutti; dai figoni sempreallegri della presunta destra fino agli sfigati sempreincazzati della presunta sinistra. L'Italia, con buona pace di Bossi e dei neoborbonici duosiciliani, è tutta unita e, la cosa più miracolosa, è che l'unione momentanea non è dovuta ad una partita di calcio ma ad un sentire comune. A questo punto, però, io mi chiedo cosa resterà quando,questo fervente baraccone eteroeretto sarà abbandonato a seguito della bocciatura o della significativa modifica del ddl sulle intercettazioni. Mi chiedo, ad esempio,  se qualcuno tra i grandi nomi del gruppo Espresso, del "Fatto", del "Giornale", di "Libero", del "Corriere della Sera" e via discorrendo oserà organizzare una grande manifestazione per difendere una categoria, quella dei giornalisti italiani, che è  inconfutabilmente  tra le più umiliate, schiavizzate, soggiogate, schiacciate e svendute non d'Italia ma del mondo. Mi chiedo se, la FNSI, si desterà dal suo sonnambulismo ricordandosi di quegli editori (il 90%) che costringono i loro redattori a turni di lavoro che a confronto gli operai cinesi sono dei privilegiati (12-13 ore al giorno 7 giorni su 7 per 400 euro al mese).Mi chiedo quando, la categoria professionale della quale mi onoro di far parte, si deciderà ad inserire nel suo vocabolario in primis la parola "dignità" e poi, successivamente, altri concetti fondamentali come "deontologia", "indipendenza", "intransigenza", "coraggio" ecc...sento in giro colleghi che si lamentano, che si dicono esasperati ma che, alla fine, accettano a testa china condizioni di lavoro vergognose e disumane. E come posso non farmi venire i conati di vomito nello scoprire che si manifesta per la libertà di stampa ad intervalli regolari ma che, MAI, si organizzano proteste per la libertà e la dignità dei giornalisti. Come fa ed esistere una stampa libera, "fresca" ed indipendente se molti editori sono dei biechi ed avidi schiavisti (anche decisamente cialtroni) che vedono i loro cronisti come pezze per pulire il luridume dei loro affari.Da qualche giorno, a Quarto (Na), 76 dipendenti della Multiservizi hanno scioperato ed indetto assemblee sindacali per un ritardo di pagamento della quattordicesima di soli 4 giorni. A causa della spazzatura che non viene raccolta per una protesta francamente evitabilissima, dunquem un'intera città di 40.000 abitanti è stata lasciata a marcire. E noi? Noi che per vedere il nostro nome su un giornaletto di provincia o il nostro volto su un'emittente locale accettiamo ogni sopruso ed ogni umiliazione quando diavolo ci sveglieremo? Quando inizieremo a pretendere un trattamento dignitoso? Con la scusa della "passione" e della gavetta ci accontentiamo delle briciole dateci da chi ha intere riserve di pane a disposizione e s'ingozza grazie al nostro lavoro, facendoci poi anche credere di essere il nostro benefattore. a quale dobbiamo tutto. E sapete qual è la cosa ancora più bella? Che chi scrive non fa parte della categoria "precari-sfruttati-sottopagati" ma dei pochi, pochissimi "eletti" che hanno un contratto ed uno stipendio regolari e hanno la fortuna di lavorare per un editore che rappresenta una virtuosa eccezione in un sistema marcio fino al midollo che dovrebbe averne le scatole piene sia della retorica feltriana che di quella di certa sinistra arruffapopolo e nullaconcludente.Il punto è che, però, se vogliamo dare senso alle nostre proteste ed alla nostre rivendicazioni e renderle forti e credibili, dobbiamo imparare a non considerare problemi globali solo i nostri problemi ma capire che, ciò che oggi per nostra fortuna e capacità personali non ci tange, potrebbe spezzarci le gambe in ogni momento. Manifestare contro la legge bavaglio dimenticandosi che un bavaglio c'è sempre stato e sempre ci sarà non ha alcun senso...molti lo sanno; quasi nessuno ha le palle di dirlo! Germano Milite