L'intollerante

Gli italiani desiderano la stampa che hanno


Il problea italico non è, purtroppo, un problema esclusivamente e squisitamente (anzi, disgustosamente) politico. Ciò che va cambiato in questo bellissimo ma pecoreccio paese sono infatti la mentalità generale; l'approccio generico al mondo e la capacità critica che, al momento, è del tutto assente nell'individuo medio. E cosa si intende per "individuo medio"? Semplicemente, con questa definizione, si vuole indicare colui che rappresenta la maggioranza, ovvero la tendenza strattonante del modo di pensare della popolazione italiana.10 anni di intensissimo confronto internettiano e reale con un vasto numero di persone di ogni fede (religiosa e politica), mi hanno portato a rendermi conto di un dato importante (almeno dal punto di vista comunicativo e giornalistico): il lettore tipico dello stivale vuole  veder scrittie,sui giornali come in rete, quasi esclusivamente notizie che possano confermare e rinfrancare le sue pregiudiziali convinzioni. Ciò perchè siamo un popolo profondamente e tradizionalmente religioso e, per tale motivo, anche chi si dice "ateo e progressista", dimostra in realtà un atteggiamento integralista ed istericamente rispettoso nei confronti delle proprie convinzioni.La stampa sul serio libera da vincoli politico-ideologico-strumentali non piace al lettore italiano medio per un motivo preciso: perchè, nella penisola, un tipo di approccio alle informazioni che sia seriamente svincolato e non banderuolesco non c'è mai stato ed turba la personalità beelante della maggioranza degli individui. Di conseguenza, chi legge i giornali, siano essi di destra, centro o sinistra, sa già quel che vuole vedere scritto. Chi detesta in maniera ossessiva Silvio Berlusconi, ad esempio, non tollera che si parli in maniera non lusinghiera anche di altri personaggi politici della scena italiana. Mi è capitato infinite volte di essere giudicato come "un grande" quando parlavo male del nemico giurato del mio lettore e, al contrario, "un grande...pirla" quando invece osavo anche solo sfiorare il suo santone con qualche ragionevole dubbio. Fare il giornalista in questo paese è dunque molte volte decisamente stancante, demotivante e frustrante (anche perchè c'è sempre più gente malata pronta a trascinarti in tribunale per un "vaffanculo" subito...e magari strameritato). Tutto questo accade dunque poichè, quando si vota, nella cabina, coloro che credono di capirne qualcosa di politica, compiono un vero e proprio atto di fede; una sorta di rito magico con il quale affidano la loro identità, i loro problemi, le loro frustrazioni e le loro paure ad un leader o ad un ideale maximo che non deve in alcun modo (e da nessuno) essere messo in discussione.Breve accenno, in chiusura, va fatto riguardo l'interesse che suscitano i vari argomenti trattati sia sul web che in televisione. Ultimamente si fa un gran parlare (male) della tipologia di notizie date dal Tg1. Si critica al primo telegiornale Rai, oltre ad una faziosità innegabile e sconcertante da paese sudamericano, anche una sfacciata e deprimente frivolezza dei contenuti. Eppure, dati alla mano, a quanto sembra anche il tanto più erudito ed "intellettuale" popolo di internet predilige di gran lunga temi ed articoli pruriginosi, sterilmente polemici e gossippari. A tal proposito risulta patetica ed ipocrita la critica feroce che si fa proprio al gossip. Sempre con i dati raccolti non per tre giorni su un gruppo di 100 persone ma per anni su centinaia di migliaia di utenti, si scopre infatti che sono proprio i pezzi sulle leggende metropolitane, George Clooney in tribunale a Milano, Belen che rompe con Corona, Totti che sputa in faccia ad un pitone, Danielona di Uomini e Donne che viene arrestata per spaccio di droga  e via discorrendo le notizie che "tirano" di più. Ai più disattenti questo può sembrare un discorso troppo "generalista" e "qualunquista" ma, ribadisco, non si tratta di considerazioni umorali nate da una discussione al bar dello sport; qui si analizzano difatti numeri e cifre raccolte con cura e per tempi molto lunghi.Numeri e cifre che trasferiscono un messagio eloquente e, purtroppo, ci piaccia o no, valido praticamente da sempre: il governo che abbiamo e la stampa servile e faziosa di cui ci lamentiamo, sono in realtà il prodotto culturale di un popolo tendenzialmente frignone, guardone, sciatto ed abituato ad esser frustrato.