L'intollerante

La nuova "destra" berlusconiana si riscopre relativista...


In questo periodo di forti e continui scricchiolii governativi, le analisi dell'attuale situazione politica italiana si sprecano; così come si sprecano minacce, recriminazioni; isteriche proclamazioni di "garantismo" e "giustizialismo" che nascondono interessi totalmente strumentali e quindi slegati da ogni anima politica che possa definirsi autentica e guidata dal rispetto dello Stato che serve (e non del quale è padrona).Da anni, in effetti, la battaglia tra la cosiddetta destra e la cosiddetta sinistra, non si combatte a suon di riforme e programmi elettorali ma a colpi di avvisi di garanzia, indagini, accuse da e verso la magistratura; tremende lotte a colpi di delegittimazione interistituzionale che ad oggi, 5 agosto 2010, presentano una classe dirigente composta perlopiù da pregiudicati-cialtroni svuotati di ogni slancio etico e/o morale e straripanti di ingiustificata boria. Ma come siamo arrivati a tutto questo? Avere un quadro completo del presente, a modesto avviso dello scrivente, è impossibile se non si considerano gli strappi di tela che si sono verificati nel passato ed hanno portato a quella che non è tanto una forma di esasperato garantismo quanto, piuttosto, un  vero e proprio atteggiamento di colpevole giustificazionismo. Gli esempi che potrei portare all'attenzione dei lettori sono innumerevoli ma ne ho scelto uno, risalente al 24 marzo del 1979 ed equiparabile ad un autentico colpo di stato.RICORDANDO SINDONA E IL COLPO DI STAO DEL 1979Quel giorno, infatti, oltre alla morte del segretario del Partito Repubblicano Ugo La Malfa, si verifica uno dei  più tristi precedenti storici che vedono l'utilizzazione  del potere della giustizia per l'attacco di quello economico e politico. Per ordine dei procuratori romani Antonio Alibrandi e Luciano Infelisi, viene così incriminato Paolo Baffi, governatore della Banca d'Italia. Tratto addirittura in arresto il direttore generale Mario Sarcinelli. L'accusa degli avvocati dello Stato (l'aver concesso crediti non dovuti all'imprenditore Nino Rovelli) non si regge in piedi e non a caso crolla miseramente nel giro di pochissimo tempo. L'obiettivo, però, non è quello di incarcerare i due influenti personaggi ma quello di escluderli dagli incarichi ricoperti e di sostituirli con un certo Gaetano Stammati. Ma perchè? Chi era Stammati e come mai Baffi e Sarcinelli erano diventati scomodi e  di conseguenza meritevoli di essere destituiti formulando una falsa accusa? Semplice: Michele Sindona, il banchiere della mafia che per anni ha gestito i milionari traffici della mala siciliana e non solo in giro per il mondo, è nei guai fino al collo e, con le sue banche, ha accumulato un deficit pauroso di svariati miliardi lire.I soldi delle "famiglie" rischiano di andare miseramente perduti ed occorre chi, anche in ambitto extraparlamentare, riesca a fornire a Sindona quel "prestito" di cui necessita per non affogare; trascinando con sè nell'abisso non pochi "uomini d'onore", industriali di dubbia moralità e politici conniventi. Per salvare il denaro sporco, dunque, i due Procuratori che invece di servire la loro patria la umiliano e lo piegano al volere delle cosche e della malapolitica, organizzano per Baffi un interrogatorio in stile carcere sudamericano. L'anziano direttore della Banca D'Italia, uomo retto e giusto, viene aggredito con violenza verbale inaudita e costretto, alla fine, a firmare un documento per sospendere da ogni incarico Sarcinelli. Il resto è storia ed in questa sede non ci interessa procedere oltre con gli amarcord impietosi delle torbide manovre alla italian style. Basti sapere, comunque, che Stammati era considerato l'uomo giusto al posto giusto per risolvere l'intricato nodo Sindona.2010: OGNI INDAGINE E' UN COMPLOTTOQuello che abbiamo appena analizzato è solo uno degli esempi (forse tra i più eclatanti) che parlano di un potere giudiziario in grado di manovrare diversi organi dello Stato e di annichilire con accuse pretestuose ed intimidazioni chi ricopre certi ruoli e non si dimostra "pieghevole". Bene: secondo Silvio Berlusconi (tessera P2 n° ecc...ecc...), ogni indagine che colpisce lui e i suoi uomini, è dunque frutto di un meschino complotto destabilizzante e della volontà di sovvertire l'ordine politico con un colpo di stato ordito dalla fantomatica "magistratura rossa". Ora, che la magistratura sia composta da uomini e che questi ultimi, in quanto tali, possono ovviamente essere corrotti, incompetenti o addirittura folli è un dato di fatto; così come è un dato di fatto che, in passato, la mano giudiziaria sia stata utilizzata in maniera abbastanza disinvolta per colpire l'avversario politico e delegettiminare determinati (e determinanti) personaggi. Basta però questa considerazione per far urlare al complotto in ogni occasione e per trasformare il comprensibile garantismo in una sorta di muro di gomma che fa rimbalzare ogni accusa e che assicura immunità anche ai delinquenti? La risposta è naturalmente ed assolutamente NO. A tal proposito è stato insolitamente efficace il discorso tenuto ieri da Dario Franceschini alla Camera.L'ex segretario del Pd citava infatti gli innumerevoli esempi di ministri  inglesi, francesi, tedeschi, svedesi ed americani DIMESSISI dai loro incarichi a causa di alcune "magagne" che, a confronto con quelle d'italica stirpe, fanno semplicemente sorridere. Si parla infatti di influenti uomini politici che hanno abbandonato ogni tipo di ruolo pubblico poichè avevano (in via presunta e non accora appurata) pagato parte dell'affitto di casa, una cena o dei cioccolatini con i soldi dei contribuenti. Marachelle da mocciosi in confronto agli illeciti contestati ad alcuni tra i principali dirigenti italiani (Presidente del Consiglio compreso). E dunque, in questo paese dove definirsi "liberali e garantisti" equivale spesso a dimostrarsi poi paraculi ed impuniti, perchè quasi nessun dirigente è così sinceramente certo della propria innocenza da avere il CORAGGIO di affrontare accuse e processi senza lo scudo dell'immunità? Per 15.000 e passa euro al mese, cari signori, qualche scaramuccia giudiziaria bisogna esser pur pronti a tollerarla. Del resto, i nostri parlamentari, sono tra i meglio retribuiti al mondo e dovrebbero dimostrare un senso dello Stato e della giustizia decisamente più forti e credibili. A proposito di senso dello Stato e rigore morale, per concludere, il Pdl non era un partito di centrodestra? E allora? Tutto questo "relativismo" di sinistra tradizione che sbuca ogni volta che bisogna esprimersi sulle inchieste dalla magistratura cosa c'entra? E la Lega Nord che doveva andare a mettere ordine a Roma (ladrona)? Non è che il poliziotto ingordo di compensi si è fatto corrompere dal furfante? La tolleranza a doppio zero, come vaneggiava rocamente Gentilini, vale solo con immigrati, musulmani, terroni e zingari?A queste, e a tante altre domande, il Cavaliere ed i suoi alleati, dovranno rispondere in maniera finalmente credibile (e probabilmente definitiva) molto prima di quanto credono-sperano.