Creato da stellina20092 il 29/11/2009
il sito di bagnoli..un quartiere come tanti..ma dentro dentro un po' diverso come altri.

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il territorio di bagnoli

Post n°14 pubblicato il 29 Novembre 2009 da stellina20092

 

Il territorio

Bagnoli ha una superficie di 7,96 Kmq., una altitudine massima di m.162 e minima di m.3, ed una morfologia pianeggiante.

Bagnoli, che si estende da Agnano a Coroglio, nasce da un progetto del marchese Giusto, alla fine della prima metà dell’ottocento, il quale personalmente ne disegnò la pianta creando quei vincoli secondo cui il territorio avrebbe dovuto conservare la fisionomia di luogo di svago. Il tracciato venne ceduto al comune di Napoli assieme agli stessi vincoli.

Il quartiere, per le vicende ormai note ha poi man mano assunto la fisionomia di un insediamento abitativo creato intorno al grande centro siderurgico. La scelta di insediare l’Italsider a ridosso di Posillipo e di fronte a Nitida ha segnato lo sviluppo, la storia, il tessuto sociale e civile dell’area.

È interessante leggere la storia di Bagnoli come la storia di una fabbrica creatrice è portatrice di una forte cultura della solidarietà con innumerevoli iniziative di mutuo soccorso e di interventi a favore delle fasce svantaggiate della società come handicappati, anziani, “minori a rischio”. L’Italsider da “fabbrica nella città” era diventata, con dignità e rigore una “città nella fabbrica”. La storia dell’insediamento dello sviluppo e della crisi della grande fabbrica si intreccia quindi strettamente con la definizione del territorio e del quartiere di Bagnoli da un punto di vista di identità sociale, politica ed economica.

La presenza della grande fabbrica e le sue vicende legate alle scelta importanti fatte a partire dalle fine dell’ottocento dal governo centrale e a loro volta dettate dall’andamento dei mercati a livello internazionale, ha reso Bagnoli un luogo anomalo rispetto al resto del mezzogiorno; ha visto, infatti, la crescita della presenza nel territorio di una classe operaia egemone e protagonista di un processo di lotte che ha espresso un ruolo propulsivo nella gestione del governo della vita del quartiere, vita intesa nella sua interezza: governo delle contraddizioni sociali, costruzione di rete solidale, sensibilità ai mutamenti che la presenza della fabbrica comportava anche da un punto di vista di inquinamento ambientale e, quindi, della minaccia alla salute dei cittadini.

Gli operai dell’Italsider si confrontavano direttamente con la realtà istituzionale a livello nazionale e riuscivano ad affermare modelli di organizzazione del lavoro e nuove forme di lotta nei confronti delle altre realtà di fabbrica.

Alcune testimonianze di ex operai Italsider raccontano così pezzo di vissuto della fabbrica nel territorio:

“C’è stata la lotta di fabbrica e tutto quello che gli operai sono stati capaci di mettere in piedi. Intorno a noi c’erano delle ditte che lavoravano dentro la fabbrica,  all’esterno si era creato un indotto notevole, mi ricordo che ogni tre-quattro giorni dovevo comprarmi un paio di jeans, questo era guadagno. Questa era un’economia che nasceva dal basso: e intorno ad essa ci campavano centomila persone.

La fabbrica aveva un ruolo socioeconomico.

Se ci si addentra nel viale Campi Flegrei e nelle sue traverse, si può intravedere un quartiere ordinato e pulito; un ordine che richiama molto quella che era la disciplina della classe operaia di un tempo. E’ un quartiere marchiata con dei tratti che sarebbe davvero un peccato smarrire. Questi sedimenti andrebbero recuperati e connessi con le nuove tendenze dell’economia.

“SE per un verso ci troviamo di fronte a lavoratori la cui spendibilità professionale trova difficoltà ad essere utilizzata in processi produttivi diversi (il che proporrà criticamente il tema della mobilità) è pur vero che occorre porre al centro l’attivazione di una strategia che valorizzi quel patrimonio di lealtà, responsabilità e propensione al lavoro che soggetti ancora giovani rispetto ad una consumata cultura ed esperienza industriale possono apportare alla città”.

“Bisogna fare politiche che portano di nuovo questa area a saldarsi con la città”.

E’ sembrato di cogliere due atteggiamento di fronte alla trasformazione, uno  di’innovazione e di fuga, un altro molto nostalgico che rifiuta la modernità: da una parte c’è un nucleo originario di Bagnoli, senza fabbrica, che continua a non capire  la fabbrica e non comprende nemmeno l’operaio che intanto é diventato cittadino di Bagnoli, e dall’altra ci sono i nostalgici della fabbrica percepita come un baluardo sul territorio.

Bisognerebbe superare entrambi gli atteggiamenti lavorando con politiche orizzontali che colleghino il quartiere alla città mentropoolitana.

Va a rafforzare le considerazioni sopra esposte un brano di Vito Cardone qui seguito riportato:

“Bagnoli – parte integrante dei Campi flegrei – la cui attività vulcanica ha segnato i confini e l’intera struttura geomorfologia del sito- è la estrema periferica occidentale della città di Napoli. Con una superficie  di 10.478.100 mq- pari a circa 9%dell’intero territorio Comunale- la circoscrizione di Bagnoli è, dopo quella di Pianura, la più estesa tra le ventuno circoscrizioni amministrative in cui è divisa la città. Sempre dopo Pianura, Bagnoli è anche il più grande tra i ventinove quartieri di Napoli, con l’attuale delimitazione il suo territorio comprende, oltre alla vera e propria piana di Bagnoli, anche Agnano, Cordoglio e l’isola di Nisida. Ne sono esclusi invece gli Astroni  e la parte di La Pietra che oggi appartengono al comune di Pozzuoli.

Queste località sono contraddistinte tuttavia da caratteristiche proprie e, alcune di esse, segnate da uno sviluppo storico autonomo, più ricco ed articolato. Infatti mentre uno studio sull’abitato di Bagnoli non va più in là dei primi aggregati rurali del secolo XVIII e diventa significato solo dall’800 in poi, Agnano, Astroni e Nisida sono centri di noti ed attivi già in epoca romana, se non addirittura prima, e saranno frequentati, con alterne vicende, anche nella epoche successive. Sulla localizzazione e lo sviluppo dei diversi centri incisero particolarmente le condizioni geomorofologica dei luoghi, tutti appartenenti ai Campi Flegrei ma, benché contigui, investiti in misura e in maniera diversa dalle molteplici manifestazioni (eruzioni,bradisismo, termalismo, etc) che hanno contraddistinto – e tuttora segnano in modo spesso drammatico -  l’attività di questa terra di fuoco in epoca storica.”

La stratificazione sociale che si incardinava sul mondo operaio è andata dissolvendosi e quella grande cultura operaia che ha fatto da elemento socialmente aggregante, inizia a risentire dei tempi lunghi della politica nell’inventare un nuovo modello di sviluppo.

Significativi appaiono, in proposito, i risultati di una ricerca diacronica condotta dal dipartimento di Scienze Sociali della Facoltà di Economia e Commercio di Napoli che ha verificato le aspettative dei giovani al momento della programmazione della Variante e dopo alcuni anni dalle indicazioni delle autorità politiche rispetto allo stesso piano urbanistico:l ’aspettativa di una rivalutazione dell’area al momento della Variante, in particolare nel settore terziario, era molto alta e tutti i giovani in età scolare vi rimanevano per attendere queste opportunità. Lo stesso gruppo  di giovani, coinvolti in un secondo momento, appunto, ha iniziato a parlare della necessità di emigrare. Tale fenomeno troverebbe forse spiegazione nella cosiderazione secondo cui i temi della politica spesso non coincidono con i tempi delle aspettative della popolazione di un territorio.

Tutto ciò costituisce un fattore socialmente disgregante in quanto il patrimonio di cultura industriale che era dei genitori si è trasferito in parte sui figli, ma si sta vanificando.

Bagnoli, quindi, sta perdendo identità economica e sociale.

 
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La base anato

Post n°13 pubblicato il 29 Novembre 2009 da stellina20092

La Base Nato

L'Italia ospita sul suo territorio una serie di installazioni militari americane e della NATO. Ad eccezione delle basi che vengono sempre nominate dai telegiornali, in quanto teatro di operazioni belliche statunitensi in Europa, delle altre si sa poco.

Nel napoletano (Napoli, Bagnoli e Nisida) si trova il quartiere generale della NATO per le forze navali del sud Europa, il quale ospita in tutto almeno 4.000 uomini, e si serve anche dell'aeroporto di Capodichino che viene utilizzato sia dall’USAF sia dagli aerei della US Navy.

A Bagnoli ha anche sede il più grande centro di coordinamento dell’US Navy in particolare di tutte le attività di telecomunicazioni, comando e controllo del Mediterraneo. Il porto di Napoli viene normalmente impiegato dalle unità civili e militari USA.

La Base NATO tra qualche anno sarà dislocata altrove.

 
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Ristrutturazione dell'ex-italsider

Post n°12 pubblicato il 29 Novembre 2009 da stellina20092
Foto di stellina20092

ecco la ristrutturazione dell'ex italsider ormai demolito!

 
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ex ital sider

Post n°11 pubblicato il 29 Novembre 2009 da stellina20092
Foto di stellina20092

eco ancora qualke immaggine che puo rappresentare la causa di morte di alcuni operai e la causa di asbestosi di alcuni operai malati!

 
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archeologia industriale ex-italsider

Post n°10 pubblicato il 29 Novembre 2009 da stellina20092
Foto di stellina20092

archeologia dell'ex italsider ormai demolito per causa amianto,ormai morti piu di 280 persone e piu di 180 malati di asbestosi a rischio di vita,e ancora nessuno a ripagato queste alattie,queste morti,fatevi avanti e ripagate questi dolori assurdi!

 
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