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HARD TO TALK


cari amici,ieri sera ho avuto modo di seguire il mio programma preferito alla BBC, che si chiama hard talk.Come si conviene e come dovrebbe essere, un giornalista propone delle domande all'intervistato, molto spesso si tratta di un personaggio della politica.Di norma, come lascia ben intendere il titolo della trasmissione, le domande sono scomode ed esigono, da copione, delle risposte non patinate. Insomma, giornalismo vero cui dalle nostre parti non siamo abituati, purtroppo.Ieri peraltro la trasmissione era particolarmente interessante perchè l'intervistato era il nostro ministro degli esteri, Franco Frattini.Per farla breve vi trascrivo il succo di qualche botta e risposta tra l'incalzante giornalista ed il nostro politico.Alla domanda se il Ministro non si senta a disagio ad aver parte in causa in un governo segnato da alcuni scandali sessuali e da molte inchieste che attingono il suo capo, ha risposto di no, perchè in Italia secondo la nostra Costituzione vige la presunzione di innocenza e fintanto che non vi sia una eventuale condanna non vi è alcuna ragione per mettere al centro della discussione questo tema. Inoltre si è detto sicuro (e tanto dovrebbe bastare, in definitiva la sua intima e quasi medianica convinzione) che il premier sarà riconosciuto estraneo a tutte le accuse in tutti i processi. Alla domanda se egli non ritenga un'anomalia degenerativa di un sistema democratico il fatto che il premier sia proprietario di tanti mezzi di comunicazione idonei a manipolare l'opinione pubblica, il Ministro ha risposto che no, non c'è questo rischio e d'altronde la maggioranza degli italiani PER BEN TRE ELEZIONI LO HA VOLUTO, NONOSTANTE QUESTO.Forse il Ministro è incorso in un lapsus tipicamente freudiano nel corso di quest'ultima bizzarra risposta. Infatti per evitare che suoni quasi ridicola bisognerebbe necessariamente interpolarla nei seguenti termini e cioè che "no questo rischio non c'è e d'altronde la maggioranza degli italiani per ben tre elezioni lo ha voluto PROPRIO PER QUESTO".Vi risparmio il resto, tanto avrete già capito quale possa esser stato il tenore del dialogo svoltosi con un intervistato che, almeno a me, è parso indisponibile ad un atteggiamento un tantino diverso dalla recita di un copione.In sostanza dunque, dal programma è uscita netta una sconfortante sensazione di fondo. E cioè che la conversazione è filata via in modo molto superficiale senza che il Ministro accettasse minimamente di misurarsi in maniera libera con l'interlocutore e cioè accettando di rispondere senza condizionamenti, spontaneamente e con apertura d'animo alla domande postegli.Registriamo che il Ministro si è limitato a fornire delle risposte forse formalmente accettabili, ma più simili, come gli faceva notare giustamente il bravo giornalista, a quelle che avrebbe potuto fornire un avvocato, aggiungerei alle prime armi, e non già un politico di rango quale dovrebbe essere il Ministro degli esteri.Forse è vero che i nostri politici non sono abituati a rispondere a dei Giornalisti ma rispondono solo a dei giornalisti. Però, la stoffa di un politico, ciò che lo distingue da un professionista, che so da un avvocato, da un notaio o da un qualsiasi tecnico, dovrebbe risiedere proprio nella libertà d'animo, nel coraggio anche di prendere posizioni scomode purchè originali. Ancora, nella capacità di parlare col cuore, nella disponibilità vera a confrontarsi. Nell'autonomia di giudizio.Questo, mi dispiace signor Ministro, non si è visto ieri sera alla BBC. Ma stia tranquillo, non l'avranno vista in molti. Senz'altro non quelli che han studiato il look dei personaggi di indubbio dubbio gusto che popolano i molti programmini che fan vedere alla tivvù nostrana. Mi riferisco a quelli che han votato bene per ben tre volte,.. nonostante tutto ciò.Terminata la chiacchierata televisiva, ho spento la macchina sparaimmagini. Ancora una volta deluso da un nostro rappresentante.Mala tempora currunt. Sed currunt, di grazia!V.M.