mi querido

Il tango nel cuore


Quando Nicolàs mi ha sorriso, dopo un bel tango ballato insieme, e mi ha detto què linda caminata tenès, mi sono passate davanti agli occhi le immagini di tutti questi anni trascorsi a orsservare, ascoltare, provare.  Ho camminato tanto con gli argentini.  E tanto da sola, sul porfido sbilenco delle strade del colonialismo spagnolo, sulle piastrelle rotte dalle radici degli alberi dai fiori viola, schivando sacchi di spazzatura rotti dai cartoneros, affrettandomi per non essere schiacciata dalle auto o dai collettivi sule curve o sulle strisce pedonali, fermandomi ad osservare una vetrina bizzarra, un personaggio bizzarro, un bambino coi pantaloni rotti e le mani sporche che chiamava mamma una ragazza poco più che adolescente.  Ho affrettato il passo e sono caduta sul marmo di una banca in calle Florida, ho aiutato a rialzarsi da terra un vecchio col Parkinson e trascinato anche i miei piedi con i suoi per toglierlo dal mezzo di una strada piena di auto frettolose di ripartire al verde del semaforo. Ho camminato lenta, rapida, sincopata o sospesa seguendo il ritmo di Troilo e di Pigliese, di Piazzolla e di D'Arienzo.  Ho girato intorno a tanti Nicolas, Manuel, Oscar, Juan, Javier e Julio inseguendo i loro piedi. Ho cambiato direzione mille volte, per non incrociare gli sguardi acuti e immobili di quella banda di chicos incazzati della vita altrui, forse più fortunata, forse più sfortunata della loro. Ho sbagliato direzione mille volte, camminando inutilmente per cuadras che non dovevo percorrere per giungere a destinazione. Ho ascoltato lo strepitio degli uccelli e ilk latrare dei cani, il miagolio dei gatti e il muto pianto dei bambini che vendono immagini spiritose sulla linea B. Li ho osservati camminare avanti e indietro cento volte a paso cadenzato, senza mai attaccarsi a un appiglio come invece fanno tutti. Ho dovuto tenere l'equlibrio cento e cento volte sui collettivi che sfrecciano per la città con la pancia piena di esseri umani senza parole.Quando Dante ha ballato con me, mi ha sorriso: bailas re bien! Vos tambien, gli ho risposto contenta che me lo avesse detto un altro ballerino professionista, e stavolta non un amico che  mi definisce "grosa", importante, davanti ai suoi amici, come l'amoroso Nicolàs. Dante me l'ha voluto spiegare meglio: se sento che la donna c'è, che partecipa, che balla con me, io ballo bene.Ho ballato tanto con gli argentini, perché gli argentini sono come ragazzini in cerca di qualcosa che non troveranno mai, dispettosi e seducenti, capricciosi e arroganti, umili e orgogliosi. Si danno poco, quanto basta. Sanno condividire quel poco che a loro basta e che, forse, basta anche a te.