mi querido

La malinconia rabbiosa


Gli argentini sono un popolo fondamentalmente malinconico. A differenza dei brasiliani, anche quando festeggiano, ballano o cantano, non trasmettono allegria. A differenza dei brasiliani, però, hanno una creatività invidiabile, una capacità di inventare, trasformare, inserirsi anima e corpo in ogni situazione, bella o brutta che sia. Si dice che siano eccessivi come gli italiani e che da noi appunto abbiano ereditato (e conservato) una certa propensione all'entusiasmo e al carattere sanguigno. E' una caratteristica che si nota in alcune occasioni, quali la partita di calcio o il dopo partita, le discussioni politiche nei forum o l'esplosione di collera verso situazioni intollerabili , come, ad esempio, gli omicidi criminali e quelli a sfondo politico, i grandi "apagon", cioè le interruziini di corente che lasciano mezza città al buio e senz'acqua, fatto successo giusto tre giorni fa, giusto quando la spazzatura non veniva raccolta da 5 giorni e il termometro segnava 35 gradi. La rabbia esplode improvvisa e alza la voce, le scritte sui muri si moltiplicano di colpo, aumentano gli incidenti stradali per eccesso di velocità o  litigi furibondi tra passeggeri e autisti sui collettivi. E' come se un popolo piuttosto pacifico e sottomesso, si fosse imrpvvisamente stancato di obbedire e subire. Gli argentini (tutti) subiscono molto: dalla burocrazia alle attese spasmodiche, dalle file agli aumenti, dalla paura dei furti e delle aggressioni per strada anche di giorno alla difficoltà di pensare il futuro per sè e i propri figli. Molti di loro se la prendono con gli immigrati che, vero, stanno riempiendo il paese a colpi di 1000 entrate al giorno. Provengono da altri paesi più poveri dell' America Latina, così come è accaduto da noi una ventina d'anni fa. Per un popolo che non ha mai digerito i nativi nè tantomeno li ha difesi, considerandoli una razza inferiore (così come hanno fatto gli spagnoli 400 anni prima), l'immigrazione del "diverso" ha creato nuove forme di razzismo, più o meno in tutte le classi sociali.  A questi ultimi vengono addossate tutte le colpe: o sono criminali, o non lavorano e vivono di sussidi pagati dagli argentini (attraverso il governo). Storia già vista in Europa.La malinconia però ha a che fare con il carattere e il carattere con la storia, in un certo senso unica, dell'Argentina. Se li sentiamo più vicini a noi non è solo per una questione di sangue che scorre nelle nostre e nelle loro vene (almeno per metà): gli argentini hanno nostalgia del passato molto più di noi, e, molto più di noi, cercano questo passato perché non riescono a vedere alcun futuro. E' uan sorta di rifugio, insomma, di un popolo collocato anche geograficamente lontanissimo. Diventa così più facile capire perchè Cristina KIrchner stia tentando di portare l'Argentina ai vecchi tempi, quelli in cui era il granaio del mondo, quelli in cui richiamava braccia e menti per costruire non tanto la felicità, quanto piuttosto l'orgoglio del potere. Una sorta di riscatto dall'essere confinati laggiù pur provenendo dall'Europa. Ora, il modello del governo non è più l'Europa ma uno squisitamente argentino.Bisogna sapere però che in Argentina la malinconia che da sempre l'attanaglia è una specie di culla in cui tutti si riconoscono: tutti hanno subito furti o rapine, tutti convivono con l'inflazione, tutti vedono la forte sperequazione tra ricchi e poveri, tutti hanno patito violenti eventi dale varie dittature alla corruzione evidente dei vari governi. La malinconia nasce in genere dal non riuscire a cambiare le cose, è una sorta di rassegnazione che subentra dopo lotte inutili, speranze soffocate e, peggio ancora, dalla visione costante delle tragedie: treni che deragliano in città, discoteche che bruciano ragazzi vivi, ragazzi uccisi dalle guardie del corpo dei sindacati ferroviari, tanto per citarne alcune degl ultimi anni, quelli del post corallito. Certo la malinconia viene da molto lontano ed è una struttura mentale che si autoalimenta in un circolo vizioso. Dalla malinconia della maggioranza nasce però anche la rabbia della minoranza. Quando la rabbia esplode può diventare molto aggressiva. La Argentina non è un paese con un numero alto di suicidi, sta però diventando un paese con un numero alto di omicidi, anche familiari. E' come se stesse per saltare un tappo che ha schiacciato per anni e anni un popolo che non si è ribellato in massa nemmeno alle dittature nè ha "risolto" il senso  di colpa verso i loro figli uccisi. L'Europa e l'Italia in particolare, con la liberazione del '45 hanno messo un punto fermo decidendo il futuro. l'Argentina questo processo non l'ha mai compiuto. Quello che sa accadendo oggi sono due schieramenti contrapposti, uno certamente più forte perché ha l'appoggio governativo, l'altro incapace di trovare un leader perché troppo diviso, troppo impaurito e perciò debole. I movimenti giovanili di sinistra che sono fermi ai nostri anni '70, oltre ad essere divisi in mille rivoli e organizzazioni (così come da noi negli anni '70), non riescono a fare il salto di qualità, indecisi se tradire il  patriottismo che permea tutta la Argentina per un modello socialista in cui non riescono (e forse non possono) riconoscersi: Russia, Cina, Cuba? La maggor parte è appunto troskista e marxista, piuttosto lontani dalla realtà delle società attuali.Resiste, senza che nessuno ne tessa le lodi, la solidarietà, che in Argentina è veramente forte e non necessariamente legata alla Chiesa cattolica. La cooperazione è un modello nato dopo la crisi economica, che ha salvato moltissime aziende in bancarotta. In ogni barrio di Buenos Aires, ma anche in altre città, i poveri vengono silenziosamente aiutati dalla classe media che spende tempo e denaro per loro. L'aiuto della classe media ai poveri è però ben differente da quello del governo che offre sostegno economico mensile. Una storia significativa è quella dei seguaci del medico Maradona che nella poverissima provincia di Formosa  (è morto da pochi anni)  ha dedicato la sua vita ai nativi, lottando contro tutti: da Peron a Videla. I seguaci della sua opera offrono ospitalità alle madri di bambini affetti da leucemia e altre malattie da contaminazione ambientale, perché possano effettuare cure nella capitale e poi tornare nella provincia di residenza: paga tutto la gente del quartiere, quello della Chacarita.