mi querido

A Milano c'è il mare


C'è tutto, qui a Buenos Aires. C'è quello che manca, c'è il troppo che non vorresti, c'è una speciale, unica al mondo, energia furibonda.Di colpo arriva il diluvio universale che nei paesi poveri del nord dell'Argentina travolge e  persino uccide, mentre qui in capitale è una cascata d'acqua senza via d'uscita. Autunno portenio: un giorno caldissimo con umido appiccicoso, il giorno dopo cielo celeste e sole  brillante, quello dopo ancora venti e nubi in corsa, poi nubi nere e cappa di piombo. E pioggia, pioggia a catinelle. Giorni infernali. La libertà estrema diventa prigiona estrema con lo sciopero generale dove non circola nessuno per lo strapotere della Cgt, il più forte sindacato nazionale di vecchia memoria col paro dei camionisti, un decennio dopo ancora capace di bloccare un paese con un semplice, antichissimo sistema: niente collettivi, niente treni. In città enormi dove le auto non sono della maggioranza, funziona alla perfezione. Se poi aggiungi i picchetti, le minacce, la rabbia dei docenti e degli statali cui il governo Macri non concede più soldi a pioggia  come faceva Cristina Kirchner, il bumbumbum che continua da un mese, martellante, con manifestazioni delle più disparate, il gioco è fatto. La politica avvelena gli animi perchè qui non è solo politica. Chiedo se è aperta una milonga e mi rispondono sì, non siamo capitalisti. Chiedo informazioni e diventano occasioni per vomitare adosso una rabbia atroce. I poveri vengono scavalcati, aggirati, ignorati. La classemedia non osa dire quanto guadagna per far fronte a prezzi per noi impossibili. La clase alta, come sempre, si vede poco  niente. Poco, molto poco tra gl sfavilanti nuovissimi appartamenti dei grattacieli di puerto Madero.  I poveri c'erano prima, ci sono oggi. I cartoneros c'erano prima, ci sono oggi. Prima però gli argentini si vergognavano e adesso tacciono e  camminano con i celllulari in mano whattsappeando come forsennati. A Rosario il Comune ha persino messo strisce luminose a terra per i pedoni che non guardano i semafori e vengono stirati. Diventao verdi quando è verde, rosso quando è  rosso. Noi siamo sbalorditi, loro contenti. Non c'è capacità di critica in questo paese, e se c'è ha una logica ristretta, giustificativa o i miti si sbriciolerebbero in un secondo. Peron, Peron. A distanza di 50 anni sembra impossibile che esitano ancora i peronisti, dopo il disastro dei Kirchner sembra impossibile che la metà del paese sia ancora e fortemente Kirchenista. Macri sembra solo come un idiota a recupeare immagine all'estero e far quadrare conti che non quadreranno mai. Eppure si galleggia perchè il sommerso è tanto, la produzione regge e chi lavora lo fa davvero, anche quattro diversi lavori al giorno, di cui un solo in bianco. Ho visto una splendida mostra fotografica di Aldo Sessa, il grande fotografo argentino che ha percorso tutto il paese scattando 50 mila foto con il rullino. C'era scritto: i guachos sono gli esseri umani più liberi del mondo, vivono sotto il sole e le stelle, bevono mate, si fanno cucinare dalle donne, attraversano fiumi con le mandrie, non sanno mai dove saranno il giorno dopo. Machismo puro, ancora seducente perché sinonimo di ruoli e certezze. Ho visto un'altra mostra fotografica di argentini che ritraggono donne nude e mi ha colpito il fatto che fossero tutti fotografi maschi in uno spazio creato da una fotografa che si definisce femminsta. Qui i termini vengono stravolti.  Se chiedi alla fondatrice Carolina come mai, ti risponde gentilmente che le donne non fanno le fotografe. Ogni paola degli argentini sembra una verità assoluta, senza dubbi, senza incrinature, senza curiosità, senza possibilià di ribattere. Se ribatti sei un arrogante capitalista europeo. O macrista. Se non sei niente e osservi soltanto sei un turista anche se sei giornalista che il mondo lo conosce un po' di più. Qui la parola giornalista  non ha nessun valore o un valore estremamente negativo, molto peggio che da noi. Ce l'ha invece molto essere italiani. Occasione d'oro per parlare di sè e del proprio passato, non per sapere che italiano sei e come è l'Italia di oggi. Non farebbe la differenza se non sapessi che tantissimi argentini votano per l' Italia di cui sanno che la capitale è Roma, Venezia è al Nord e Mlano ha bellissime scarpe. Mi sono sentita male però quando una fotografa (e non una qualunque, ma una ben introdotta e insegnante) e che vive in Spagna alcuni mesi all'anno per lavoro, che a Milano ci è stata, ha mangiato una milanesa straordinaria e la spiaggia di Milano è bellissima.D'altra parte questa città che sempre suscita amore e odio,con estremi che non distingui più da un momento all'altro, offre quello che vuoi e quello che non vuoi e anche se non sempre puoi scegliere, lascia anche a te grande libertà di fare, litigare, arrabbiarti, rallegrarti, fotografare a manetta, riempirti gli occhi e le orecchie di spettacoli rigorosamente gratuiti. Fondamentalmente a Buenos Aires si viene per l'arte, intesa come creatività. E qui si crea per forza, soprattutto per salvarsi la pelle. Solo qui posso toccare tutti i bambini, baciarli, accarezzarli, fotografarli e ricevere in cambio sorrisi compiaciuti dei genitori. Solo qui un bambinetto di un anno in passeggino ti fa ciao con la mano al tuo passaggio, solo qui una giovane signora che rimprovero perchè arriva al secondo tempo al teatro Colon, parente stretto della Scala di Mlano, facendo alzare tutti, si scusa con me spiegandomi con una sottomissione infinita (ma con la libertà infinita di entrare al secondo tempo) che viene dal sud (non dell'Argentina, ma di Buenos Aires) e il diluvio l'ha fatta ritardare. Solo qui aspetti un'ora o un'ora e mezza un autobus e solo qui quando riesci a salirci su ti passa la rabbia in un momento e non ti annoi anche se il viaggio dura un'ora di sobbalzi. Guardi la gente e le loro mille espressioni che raccontano la loro vita e i loro umori, guardi le strade e le case, mai una uguale all'altra e mai ti stanchi di vedere un'architettura straordinaria che mette insieme tutta l'arte del mondo di un paese che non ha mai ricevuto bombe, non si è mai liberato da niente e anzi ha conquistato, costruito, mostrato, copiato, speso. Guardi l'autista che beve mate mentre guida o salta cinque fermate ( più di un chilometro) perchè mica gli hai chiesto di fermarsi e o trova normale femarsi di colpo per farti scendere, o un altro che ti spedisce fuori città perhè ha confuso la via che hai chiesto con un'altra, simile, e ti lascia in mezzo al nulla e tu vai in tilt, letteralmente, perchè nessno mette mano al telefono per cercati la via giusta però tutti ti spiegano tutto e perdi un'ora solo a capire come tornare indietro e siccome non lo capisci prendi un taxi, o sì o si.  Sempre che ti ci porti. Però c'è sempre un cielo che non ti stanchi mai di guardare e ti dà le vertigini per la sua incredibile bellezza.