mi querido

I "contro" di Buenos Aires


La lista è lunga, mettetevi comodi. Dopo due mesi trascorsi a Buenos Aires, per la dodicesima volta ma con uno stacco di quattro anni e mezzo, ho le idee più chiare. Innazitutto i prezzi. Alti per noi (euro e dollaro) con inflazione per loro. Perciò dobbiamo aggiungere anche gli aumenti costanti. Perchè, nonostante il cambio sia tra 1,16 e 1,17, per comprare 250 grammi di pasta "trigo argentino" che è immangiabile, spendiamo tra i 15 e i 27 pesos  pari a 1 o 2 euro e mezzo? Mi sono arrovellata il cervello, ho letto il più possibile, ma non è facile capirlo anche perché non sono chiari gli stipendi degli argentini. Teoricamente la media è tra i 12 mila e i 16 mila pesos a testa al mese, ma lavorano quasi sempre in due e perciò va raddoppiata la cifra. La non chiarezza sui salari è più facile da capire: chi ha stipendio fisso ha aumenti legati all'inflazione (mentre da noi no) più quelli contrattuali e professionali. Chi non ce l'ha ha comunque più di un lavoro. Una domestica ad esempio prende 120 pesos all'ora, pari a circa 7 euro. Non è cosigliabile fare conti cambiando pesos in euro e viceversa perché se così fosse sembrerebbe conveniente a noi. Tutto l'opposto. Fare la spesa al super e comprare un pacchetto di spaghetti (e ripeto: di pessima qualità), una barattolo di salsa, uova, formaggio e acqua costa circa 15 euro. Quanto dura questa misera spesa? Due giorni. I taxi non li ho usati perchè ho provato uan sola volta e per 15 munuti ho pagato 8 euro. Considerando che Buenos Aires è enorme e c'è sempre gran traffico, il tassametro sale di conseguenza. In sostanza, appensa si esce di casa partono 100 pesos in un attimo (6 euro): una volta per la ricarica del sube (i trasporti), un'altra per il caffè al bar con una medialuna e così via. Di gratis ci sono solo gli spettacoli patrocinati dal governo e quasi tutti i musei. Non è poco, vero, perchè a Buenos Aires oltre a mangiare carne e carne e carne e rimpinzarsi di empanadas e panini gustosissimi non c'è molto da fare. Visitare la città è un'impresa titanica. e non proprio tutta è vistabile a cuor leggero.E ora elenchiamo la pecche. I collettivi (autobus) ricoprono tutta la città e parte del conurbano , sono veloci e costano veramente poco (50 centesimi). Ma. Ma ci vuole una pazienza infinita e braccia di ferro per reggersi. Se ci si riesce a sedere (dalla parte giusta e non sui tanti sedili contro-guida) si è gia fortunati, altrimenti inizia la corsa a chi riesce a stare in piedi nelle curve e nelle frenate improvvise. Dire che c'è traffico è dire niente. Bisogna immaginare migliaia di auto e collettivi che circolano ogni giorno e si sfiorano letteralemente compiendo manovre allucinanti, sobbalzi e soprattutto non sai se fermano alla tua fermata pechè se non lo dici, l'autista passa oltre e non solo una fermata, a volte passa oltre ben cinque fermate! Anche scoprire dove sono le fermate è una caccia al tesoro. Non sempre ci sono i cartelli, a volte sono appesi al muro e non sai dove, altre, meraviglia della meraviglia, ti trovi la pensilina con  indicato tutto benissimo come in Europa. Questa delle pensiline e corsie protette è l'ultima moderna novità che si sta espandendo, ed era ora.Ma mentre fanno i lavori si creano imbuti pazzeschi sulle vie principali col risultato che non si riesce mai a programmare quanto tempo  ci vorrà per andare da un posto all'altro. Esempio: alle 6 di sera per atraversarla tutta occorre un'ora e 45 minuti. C'è il metro, è vero, ma il coraggio deve aumentare nelle ore di punta che non sai  mai bene quali sono (teoricamente dalle 8 alle 10 di mattina e dalle 5 alle 7 di sera). La linea B,anche se fuori fa freddo, fa venire attacchi di panico da calore e folla: centinaia d persone passano da un lato e dall'altro in un corridoio strettissimo a temperature elevatissime mentre devi vedere, nolente o volente, negli slarghi di comunicazione tra una linea e l'altra, i bambini e le donne che vivono lì. Credevo di esserci abituata e invece no: quando vedi una bambina di 12 anni circa che gioca con un neonao, da sola, non ti abitui. Gli argentini invece nemmeno li guardano e aggiunge fastidio al fastidio. Quando esci di casa, se non vivi in un barrio e in una via piuttosto elegante e ben curata (ma in centro è ben difficile trovarne) devi guardare per terra. Sempre. Le mattonelle rotte impediscono passeggiate rilassate. Non esagero e anche quest'anno ho visto un ragazzo con un braccio molle, cioè dislocato, perchè a Caminito guardava per aria. Poi c'è la spazzatura, la sporcizia, le cacche dei cani, le tantisime persone che dormono per strada (e una la stavo calpestando, era un drogato di paco e nemmeno l'avevo visto). I cani, a proposito. Sono una infinità e sono cattivi. Non  quelli randagi, ma al guizaglio dei padroni. Non quelli grandi, quelli piccoli. Sono stata morsa per la prima volta nella mia vita con spiegazione della padrona: forse non gradiva la sua gonna lunga. Perchè mi ha morso? Ho fatto una mini indagine (mi ha fatto molto male evidentemente, o lasciavo perdere) scoprendo che tante persone vengono morse. E come mai? Aggressività...esattamente come quella dei loro padroni e quella di Buenos Aires. Rumori, incendi, suoni di tamburi, proteste, cortei... tutto molto colorito e per niente noioso ma quello che fa paura a noi fa paura anche agli animali e a loro li rende rabbiosi. Di educarli poi non se ne parla, perchè prima andrebbero educati i padroni.Appunto.Sputare ogni momento per strada da parte degli uomini è consuetudine. Non c'è classe sociale che tenga, età che tenga e con moglie e figli a fianco che tengano. Non ricordavo che sputassero tanto 4 anni fa. Cattiva memoria o è aumentata la maleducazione e la nevrosi maschile? Pipì per strada. Non parlo dei poveri, che mai ho visto fare la pipì per la strada, dove pure vivono. Ho visto ben due volte due uomini che si infilavano tra i cartelli pubblicitari in pieno traffico e con file mostruose al'attesa dei collettivi e la facevano lì senza problemi. Ora:a Buenos Aires si può entrare in tutti i bar e fare pipì senza dovere per fora ordinare niente. Solo alcuni hanno i cartello del classico riservato ai clienti. Ci sono molti bagni pubblici nei vari centri e musei che si incontrano continuamente e però è ammessa la pipì per strada. Nessuno dice assolutamente niente (a parte me). Menzogne, attese, bidoni.Sono amentate proporzionalmente con l'invasione di smartphone e social. Se prima gli argentini erano famosi per arrivare in ritardo, ora possono anche non arrivare proprio. E non avvisano nemmeno. O ti avvisano il giorno dopo chiedendoti scusa per non averti avvisato. Bugie. Vanno di pari passo con il poterlo dire on line e non in faccia. Anche da noi è così? Si, ma a livelli inferiori. Whattsapp: ce l'hanno praticamente tutti ma va tenuto in conto che lo usano a singhiozzo per risparmiare perciò la doppia barra di ricevimento non signfica niente: rispondono anche dopo due giorni. Però, la stranezza è che li vedi sempre a digitare velocemente a tutte le età. La cosa pegggiore per noi è che per non  restarci troppo male impari a fare come loro, cioè a esser maleducato e a prendere più impegni in contemporanea per non avere bidoni. Soccorsi e solidarietàAnche in questo gli argentini erano famosi. Sempre pronti ad aiutare, a dare informazini, ad accompagnare persino e figuriamoci un italiano al quale possono raccontare dei loro padri e nonni e parenti e amici o del loto meraviglioso viaggio in  Italia. Non è più così. E' rimasto il sorriso, a volte, al dire che sei italiano, altre ti beccano sull'accento e altre ancora non gli importa proprio niente. Il che significa che se sei rimasto chiiuso in casa non faranno assolutamente niente per te. Ci pensa solo la polizia (se la chiami e devi anche piangere per farli arrivare). Quando arrivano (in 4 o 5, che esagerazione!) sono però gentilissimi. Ma forse solo con le donne, questo non lo so. Sparatorie, incendi, furti.Ci sono sempre stati e ancora ci sono. Io ho visto due incendi in una settimana davanti a me, il mio amico una sparatoria all'auto della polizia. Stava passando casualmente. I furti li ho schivati, ma sulla terrazza dove abitavo passeggiavano i ladri che saltano appunto di terrazza in terrazza svuotando appartamenti. Non l'ho presa bene: in Argentina è normale e non fanno mai niente. Anzi. Guai a dire facciamo qualcosa... ti rispondono malissimoPolitica e aggressivitàPer gli argentini tutto è poltica, va ricordato. Usano la parola repressione per ogni no, la parola dittatura per ogni azione del governo non gradita. Sono schierati in due fazioni opposte, e se vuoi tenerti un amico non devi mai assolutamente dire la tua idea su qualunque cosa. Nemmeno su Gesù. La rabbia del 50 per cento viene imposta al restante 50 per cento con discorsi squinternati, proteste, scioperi generali, scontri. Se anche avessero una minima ragione la perdono perchè la logica che muove ogni azione e parola è sempre buttare giù il governo attuale per fare tornare il precedente. Non un altro, proprio il precedente.La libertàLa polizia è militaresca e stupida così come stupide sono le guardie che non sanno mai niente, obbediscono agli ordini e non ragionano mai. Il rischio di litigare è elevato con gli stupidi. Per contro, la libertà di non pagare le tasse, non fare scontrini, non avere controllli sanitari è elevatissima. Di lasciare le strade rotte e la città "descuidata" in centro di fianco a zone di lusso e pulite,  di non curarsi minimamente di pezzi cadenti, ferri acuminati, intralci, lavori, passaggi mai previsti negli attaversamenti rendendo tutto  non solo faticoso, ma soprattutto pericoloso. E non parliamo di quella, nostra,  di attraversare sulle strisce pedonali credendo che si fermeranno: mai e poi mai. Piuttosto uccidono.  Il tangoLa bella onda è finita. Non invitano, non si vestono decentemente. Cochababa è stata chiusa due volte per mancanza di permessi che ai nessuno ha chiesto sperando di andare avanti così per sempre. Abondano quelle gratis negli spazi pubblici  e ci vanno anche i turisti che appunto non ce la fanno più a pagare così tanto. Prezzi^ Dai 100 ai 160 pesos. Novità: le donne guidano anche nelle milonghe trafizionali. Ha sapore di narcisismo più che di femminismo. I giovani si spacciano per grandi tangheri e non lo sono affatto: il sogno è sempre insegnare in Europa, tano lo fanno tutti,  bravi e no. Chi ha iniziato a distruggere il tango? Gli argentini criticando gli tialiani e vendendogli pure le mutande da tanguero. Risutato: il tango non solo non si è rinnovato ma, peggio, è sull'orlo di una crisi di nervi.