mi querido

LA STORIA DI DIEGO


Diego è l'orgoglio dell'hogar di calle Tacuari, a San Telmo. Il presidente della casa di recupero dei ragazzi, volontario da un numero imprecisato di anni, che nemmeno lui ricorda, mi mostra la foto di un ragazzo che tiene sempre sulla scrivania. Diego aveva 12 anni e stava molto male a Tucuman, una delle province più povere dell'Argentina, su al Nord. Mancavano i soldi e papà si ubriacava. Di affetto neanche a parlarne. Nessuno si curava di Diego e allora lui un giorno ha preso un treno. Si è infilato sotto, in mezzo ai respingenti che dividono le carrozze ed è arrivato fino a Buenos Aires, alla stazione Constitucion. Nessuno l'ha visto per mille chilometri, è rimasto sempre aggrappato lì, silenzioso e con le braccia ben tese per non cascare giù. In stazione ha chiesto se c'era un posto per un ragazzo come lui e gli hanno indicato l'ospizio per giovani di strada, quelli che si fanno di colla e non hanno una famiglia che si curi di loro, quelli appesi alla vita come Diego è stato appeso al treno. Nella comunità di San Telmo, che non ha aiuti dallo Stato e riceve un po' di cose dismesse dalla gente di cuore e cibo avanzato dai ristoranti, si è messo di lena per diventare un bambino felice. Al mattino andava a scuola e al pomeriggio fabbricava le scarpe di gomma, quasi gratis, però che importa? Il mestiere l'ha imparato per bene. Gli anni sono passati e Diego è diventato grande. Ha comprato un'auto e dopo un mese neanche gliel'hanno rubata. Allora si è messo a fare due lavori per ricomprarsela perchè la macchina era il suo orgoglio. Un giorno ha conosciuto Lucia e dopo un po' si sono sposati e dopo un po' ancora hanno avuto un bambino. Diego ha lasciato la comunità di Buenos Aires ed è andato a lavorare in quella di La Plata, per aiutare altri ragazzi come lui. A ventiquattro anni Diego ha detto a sua moglie: perchè non adottiamo un bambino che ha bisogno di una famiglia? Detto fatto. Diego, il bambino che aveva voglia di vivere, adesso è l'orgoglio di tutti.