mi querido

IL TASSISTA DI BUENOS AIRES


Il tassista ha visto il cenno della mano, frena di colpo e saluta. Hola, que tal?  Scalabrini Ortiz, salòn Canning. L'accento non è porteno, non ha pretese di esserlo dopo 70 giorni di permanenza a Buenos Aires divisi in un anno e mezzo. Allora lui non può fare a meno di chiederlo. Di dov'è? Italia. Di che parte di Italia? Milano. Ah, Milano, entonces sos pirla. Aveva lavorato un anno a Monza e l'unica cosa che gli era rimasta impressa l'ha spiattellata sicuro di non offendermi. Parla felice di avere trovato qualcuno che forse può capire: Ho lavorato a Monza per un anno, poi mi sono stancato. Mi mancava la mia terra, il mio clima, la mia gente. Al diavolo tutto. Sono tornato e guadagno molto, molto meno, ma per lo meno sono a casa mia.Trentamila auto gialle e nere. Girano senza sosta dall'alba all'alba aspettando che qualcuno alzi la mano e i soldi spesi per il gas tornino nelle tasche. Punti di sosta? Nemmeno l'ombra, non si usa. Riempiono l'enorme Avenida Corrientes, Santa Fè, la 9 de Julio lamentandosi del traffico "pesado". Sfrecciano accanto alle altre auto e ti sembra che prima o poi una la colpiranno di striscio e invece no, non succede mai niente. Sullo specchietto retrovisore pendono  ciondoli patriottici con i colori della bandiera o rosari grossi come chicchi d'uva. A volte senti la musica del tango del maestro Pugliese, il più amato. Il tassametro parte con un peso e 34 centavos e viene acceso soltanto quando si sale. Alle due di notte, in Cordoba, dopo pochi minuti di viaggio, il tassista mi ha chiesto se poteva fermarsi per fare gas perchè non ne aveva più neppure una goccia. Mi ha fatto scendere dall'auto, si è scusato un paio di volte, quando il serbatoio è stato riempito si è scusato ben due volte ancora e quando siamo ripartiti mi ha detto: le scalo i pesos della sosta.Stavolta ho sentito la voce di Laura Pausini in spagnolo provenire dalla radio. E' iniziata una lunga chiacchierata sull'Italia. <I tassiti da voi parlano con i clienti? Mi sa di no, pensano solo a fare soldi, come Berlusconi, non hanno tempo per parlare!>Italiana? Mio padre era italiano! Della Sicilia. Non ci sono mai stato. Il paese non me lo ricordo, forse è vicino a Napoli, Cosenza..mah!Lei è dell'Italia! Ah che bel paese. Quando il peso era un dollaro, uno a uno, nel 2000, ci sono stato in Italia. Che scarpe, che galleria a Milano. Sono stato a Napoli, a Sorrento, a Roma e a Venezia. Adesso mi sembra che c'è un po' di crisi anche da voi, no? Noi non possiamo più permetterci di venire in Italia, costa troppo. Però mi piacerebbe tornare. E' la prima volta che viene a Buenos Aires? La terza? Si vede proprio che le piace.Dove la porto? Senta, mi dica una cosa. Alle donne italiane piace peccare con gli argentini?Stasera stacco alle due, vado a prendere mia figlia al lavoro e la porto a casa. No, non lavoro più tutta la notte, sono stanco. Vede come hanno ridotto l'Argentina? Tutti ladri, ci hanno derubati. Governi di ladri, corrotti, ecco quello che abbiamo avuto. Guardi la vergogna di quei cartoneros, insudiciano tutta la città e il governo glielo permette. Aprono i sacchetti della spazzatura e lasciano questo schifo che vede, tutte le notti così e noi facciamo lo slalom tra le schifezze. Buenos Aires era bellissima, guardi come è stata ridotta. I cartoneros nel 2000 non c'erano, adesso gli hanno dato anche i treni tutti per loro per venire nella capitale e poi si spostano con i camion, quelli lì, vede? E' una vergogna, io mi vergogno.E' domenica mattina, ore 11. Il taxi frena di colpo mentre attraversa la 9 de Julio. L'uomo si volta con aria preoccupata a guardare un ragazzino sdraiato a pancia in giù, immobile, sul cemento che divide le corsie. Riparte quasi subito: <Sta solo dormendo>.Per me la pena più grande sono i bambini. Due, tre anni. I padri li mandano a chiedere l'elemosina. Mi fa male al cuore vedere la mia città ridotta in questo stato, in Italia queste cose non ci sono, vero?Mio padre è venuto qua nel '60, io ero piccolo e dell'Italia non ricordo niente. Sì, qualche parola, però lui ci parlava spagnolo sa, per aiutarci. Noi venivamo dalla Calabria, Cosenza. Si stava bene prima di questo caos, adesso siamo in tanti sulle strade noi tassisti e si lavora poco. Le apro da fuori, aspetti, questa portiera è difettosa. No, non è per i ladri. L'altro giorno mi hanno puntato il coltello alla gola, ero fermo al semaforo. Erano due ragazzi e io gli ho dato quello che avevo. Era sera, perciò mi hanno portato via tutto il guadagno della giornata, peccato. No, non la porto in quel barrio, è troppo pericoloso per me, potrebbero portarmi via anche il taxi. Rapine? Me ne hanno già fatte 11. Si sta male la prima volta, poi ci si abitua. Bisogna stare attenti. Possono anche salire sul taxi come clienti e dopo un po' ti chiedono i soldi.Prenda solo quelli con scritto radio taxi, mi raccomando signora. Vede, dietro il mio sedile c'è la mia foto e il mio numero di riconoscimento, gli altri non hanno niente, può essere pericoloso, stia attenta signora.Aspetti a scendere che passino quei due. Questo punto è brutto, c'è brutta gente. Non scenda ancora, glielo dico io quando scendere.Ore cinque di mattina, nei pressi della stazione Constitution: <Non conosco la strada. Me la indica lei?>Certo che aspetto che entri nel portone e che sia ben chiuso. Stia tranquilla. Non ce lo impone la compagnia di taxi, lo facciamo spontaneamente. Per le donne e i bambini lo facciamo sempre, noi siamo fatti così.