mi querido

Le scarpe appese


Nella piazza Miserere di Once è come se fosse di colpo svelato il mistero delle scarpe appese sul filo che fa dannare il mondo. Le avevano ai piedi, la sera del 30 dicembre del 2004, i 194 ragazzi morti per un bengala lanciato nella folla che rese un inferno la discoteca del Cromanon. Da cinque anni sono lì, messe dai loro familiari, nel sacrario creato per loro, tra foto, frasi affettuose e altre dure di pretesa di giustizia.  Sono così vicine che le puoi toccare,  scolorite dalle intemperie, e sembrano parlare di chi quella notte le calzava, felice di essere a un concerto tra tanti giovani la penultima notte dell'anno. Una scarpa ha delle cuciture vicino alla suola, simbolo della povertà di chi non può permettersi di gettarle per comprarne di nuove. La strada che conduce al capannone della tragedia è chiusa: l'hanno imposto  i familiari che aspettano ancora la fine di un processo contro il proprietario, la polizia e l'ex sindaco Ibarra. In quel pezzetto di strada, la Bartolomeo Mitre, la polizia, da cinque anni, presenzia con un blindato l'aerea davanti all'ex discoteca. L'hotel rimasto senza clienti riceve soldi dal governo cittadino per le perdite che sta subendo da allora.  A trent'anni dalla dittatura che ha ucciso 30.000 ragazzi senza far pagare ancora nessuno,  a 9 dal massacro della polizia a cavallo nella piazza del Congreso delle proteste per il  corralito, la tragedia del Cromanion sembra solo una delle tante.La pioggia bagna le scarpe appese nel silenzio surreale di un angolino senza vita della piazza della miseria e il cielo sembra rovesciare lacrime su suoi piccoli angeli ancora nel limbo dell'ingustizia terrena.