mi querido

La violenza continua


La morte di Mariano in diretta tv  fa dimenticare in un secondo il volto europeo di Buenos Aires. I 25 mila manifestanti che hanno invaso il centro fanno pensare che le proteste corporative, così come gli omidici corporativi, siano solo un pizzicotto per gli argentini che a bassa voce sbuffano per la paralisi di mezza città generata da scioperi di treni e metrò.  Nel 2010, mentre si accusano gli immigrati boliviani e peruviani di avere generato la crisi economica e l'inflazione, mentre persino i tango show per turisti  presentano l'immagine di un peronismo stucchevole degli anni '50, un ragazzo di 23 anni è stato ucciso da un calibro 38 durante uno scontro sindacale e una donna di 56 anni è in coma irreversibile con un proiettile conficcato in testa. Volevano, insieme ad altri militanti del Partido Obrero, occupare un pezzetto di linea ferroviaria per chiedere il renitegro di 150 lavoratori più volte rifiutato dalla compagnia ferroviaria della linea che da Avellaneda conduce a Buenos Aires. Ad aspettarli al varco non c'erano i padroni, ma rappresentanti dell'Unione sindacale. Si sono dapprima affrontati con bastoni e lancio di pietre in mezzo alle traversine del treno. Erano due gruppi di un centinaio d persone da una parte e altrettante dall'altra, ma la forza dei sindacalisti era decisamente superiore tanto che i militanti del Partito di sinistra marxista hanno fatto quasi subito retromarcia. E' mentre scappavano che sono apparse le pistole, c'è chi dice almeno tre. Due colpi hanno ucciso  Mariano, studente dal bel volto pulito, così simile ai nostri ragazzi italiani, e ferito Elsa, madre di sette figli, povera in canna e da sempre in prima fila contro le ingiustizie.  Mariano, e il suo volto agonizzante, è entrato con prepotenza su tutti i canali televisivi argentini. Cos'è successo? Chi ha sparato? Perchè si è sparato per uccidere a una manifestazione sindacale? La polizia ha aperto un varco proprio nel momento in cui sono apparse le pistole. Un testimone oggi dice: vi dico chi ha sparato se reintegrate i lavoratori per i quali è cominciato lo scontro finito in tragedia. Nel 2010, nella Buenos Aires che apre a raffica negozi luccicanti e si aspetta unì'inflazione del 20% entro l'anno, la tesi più accreditata di quanto avvenuto a Barracas, il barrio periferico che congiunge Avellaneda alla capitale, a ridosso della Boca, sia stato opera di poliziotti infiltrati. Gli argentini che guardano la tv e ascoltano in diretta le interviste dei sindacalisti corporativi, li riconoscono: hanno la faccia di milico, cioè poliziotti.Buenos Aires per mezza giornata si è indignata per il collasso del traffico, ha espresso rammarico per l'accadurto e ha dimenticato ancora una volta di ribellarsi alla violenza organizzata per stabilire le regole del potere. Ha contato i manifestanti, più numerosi di altre volte, pensando che forse era giusto protestare ma ha già seppellito Mariano. Uno dei tanti uccisi non per sbaglio. Siamo in Argentina, si ripete con rassegnazione, mentre si dà la colpa di ogni cosa una volta al sindaco Macri, un'altra alla presidente Kirchner, un'altra ancora alla corruzione dilagante. Nel sindacato di categoria come tra i piqueteros che manifestano per soldi.Gli occhi rovesciati all'indietro di Mariano sono gli stessi di Diego, piquetero aspirante giornalista ucciso a 16 anni dalla polizia sul ponte di Avellaneda nel 2002.