mi queridoviaggio nell'anima di Buenos Aires |
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BENTORNATO TANGO
"L'essenza del tango sta nel suo carattere di musica di quartiere, di marginalità.
Il tango lo canta sempre un poeta impegnato. Anche se i tanghi non hanno un contenuto esplicitamente politico, tutti i tanghi sono impegnati perchè sono politicamente scorretti. E oggi lo sono ancora di più, in questi tempi dove la sconfitta, la povertà e l'emarginazione mostrano il loro essere effetto politico. Il tango è scorretto, trasgressivo, e per questo è tornato. In questi tempi di vigliaccheria davanti alle incertezze, questa musica aiuta ad affrontare l'angoscia, a fare riflettere su noi stessi, sul nostro domani.
Dove suona un tango, si stabilisce una complicità di spazio, tempo ed emotività. E questo è il mistero dell'universale. L'energia del linguaggio al di là della lingua, il rito, la corporeità. E' il mistero che ci unisce e ci separa".
(Adriana Varela, cantante di tango)
TANGUEANDO
“El tango, hijo tristón de la alegre milonga, ha nacido en los corrales suburbanos y en los patios de conventillo.
En las dos orillas del Plata, es música de mala fama. La bailan, sobre piso de tierra, obreros y malevos, hombres de martillo o cuchillo, macho con macho si la mujer no es capaz de seguir el paso muy entrador y quebrado o si le resulta cosa de putas el abrazo tan cuerpo a cuerpo: la pareja se desliza, se hamaca, se despereza y se florea en cortes y filigranas.
El tango viene de las tonadas gauchas de tierra adentro y viene de la mar, de los cantares marineros.
ESIBIRSI AL SALÒN CANNING È UN MUST
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C'ERANO UNA VOLTA..JAVIER Y GERALDINE
LA DANZA DELL'UNIVERSO
"LOS PLANETAS GIRAN, HAY UN SISTEMA EN EL UNIVERSO QUE ES CIRCULAR Y EL GIRO, LOS ATOMOS TAMBIEN ESTAN GIRANDO SOBRE SI MISMOS Y A LA VEZ EN ORBITA CON OTROS, Y TODO ESTA VIBRANDO Y GIRANDO, TODO ES CIRCULAR Y REDONDO. Y PARA MI EL TANGO COMO DANZA ES ESO"
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Bruna Bianchi
Bruna Bianchi Giornalista
« Per chi suona la Campana | Il viaggio è finito » |
Post n°699 pubblicato il 03 Novembre 2010 da malenamil
L'occhio indagatore è sempre di parte, va detto. Alla milonga di Practica X che da poco si è trasferita il martedì sera al Viejo Correo di Parque Centenario, basta chudere gli occhi e si sogna, ma anche tenendoli aperti si sogna lo stesso. E' surreale il luogo, la musica, la gente. C'è quel silenzio che aiuta a farsi rimboccare le coperte, lasciarsi cullare e forse dormire. E' un sonno vigile, pieno di energie, o nel tango moderno si cadrebbe in due. L'atmosfera di questa culla di Buenos Aires (e forse mondiale visto il gran numero di turisti) ) che acquieta mentre seduce, è una magia che non si ripete in tutte le milonghe. Sa rimettere i piedi per terra, strano a dirsi, dopo una caduta impressionante (stavolta vera) a peso morto in calle Florida, un'ora nell'ospedale pubblico argentino (sempre meno di quello italiano) controlli severi e accurati e nessun peso sborsato, nemmeno il ticket. Vedo Marco di Milano e sono contenta. Gli italiani sanno ballare meno bene degli argentini, sentono meno la musica, non ti stringono in abbracci profondi, ma non hanno maschere. Marco è particolarmente buono e trasparente e in confronto agli argentini è nudo. Gli argentini raccontano storie che non vorrei sentire ogni giorno e le devo ascoltare. Gli argentini domandano di te e parlano di sè senza le maschere del pudore che aiutano a manenerci integri gli uni e gli altri, e, invece, indossano sempre quelle della tragedia sotto pelle. Vedo sputi per terra ogni dove e ogni dove vedo gesti di cavalleria. Sento commenti alle donne per la strada e vedo incertezze e assenze nelle comunicazioni per la strada. Nei locali antichi i camerieri e i proprietari sono attenti e cortesi all'eccesso, in quelli moderni o centrali la maleducazione impera, il cliente è uno di passaggio come in tutte le grandi città. Tutti danno informazioni e si baciano ad ogni incontro, ma nel metrò pieno i loro sguardi perdono l'umanità che avevano un attimo prima. Il dolore in Argentina è plateale, contagioso, porta agli inferi anche se non ci vuoi andare. Non è dolore dell'immigrazione, nè dell'economia ballerina. E' qualcosa di profondo che non mi azzardo a spiegare. Si è visto per la morte di Kirchner. Come una ferita incomincia a gocciolare a poi sanguinare copiiosamente, così i i visi dei giovani si sono rempiti di lacrime senza un perchè logico. Si piange grazie ai miti che muoiono, si celebrano miti nuovi per poter piangere. Il peggio è che questo dolore collettivo non ha nome collettivo o se ce l'ha non viene mai dichiarato. La libertà di stampa che abbiamo noi durante uno scandalo del Presidente qui se la sognano, o forse non sanno nemmeno di non averla. L'Argentina sembra fatta di un popolo bambino che gioca col tango o col pallone, ruba la marmellata e chiede scusa, si lascia derubare e chiede aiuto alla mamma e al papà, così ben rappresentati simbolicamente in questi giorni dal matrimonio Kirchner. E' morto un padre, viva la madre. Se Cristina aveva perso voti ora li avrà riconquistati. Il nostro presidente del Consiglio fa battute sul sesso e ride in diretta tv, questa presidente piange la sua vedovanza in diretta tv. Il protagonismo è un'arma affilata. Qui continua a far sanguinare ferite e a riprodurle negli altri, da noi genera solo una grande incazzatura.
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SU DI ME
Sono nata e vivo a Milano. Giornalista professionista dal 1989, lavoro come dipendente in Italia per un gruppo di tre quotidiani e sono specialista di crimini familiari, ricerca di scomparsi e indagini di cronaca nera nazionali e internazionali. Ballo tango argentino dal 2000. Il mio primo soggiorno a Buenos Aires è del 2004. Ho condotto ricerche sulla storia dell'immigrazione in Argentina e della nascita del tango. Sono stata intervistata in diretta alla radio di tango 2x4 (2008), alla radio culturale de la Ciudad del Gobierno di Buenos Aires (2009) e alla radio dell'Università de La Plata (2004). I post scritti a Buenos Aires sono frutto originale delle mie ricerche, quelli scritti dalll'Italia attingono da varie fonti, principlamente quotidiani argentini.
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LA DANZA DELL'UNIVERSO
"El tango es una danza poderosa porque es armònica con el movimiento del sistema en el que estamos inmersos. Es la danza de Shiva, la danza che le da forma al mundo y el mundo le da la forma a esa danza. Tiene todos los elementos: el hombre, la mujer, al yin y el yang, lo circular, el abrazo"
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MALENA, LUCIO DE MARE-HOMERO MANZI 1941
Malena canta el tango como ninguna
y en cada verso pone su corazón.
A yuyo del suburbio su voz perfuma,
Malena tiene pena de bandoneón.
Tal vez allá en la infancia su voz de alondra
tomó ese tono oscuro de callejón,
o acaso aquel romance que sólo nombra
cuando se pone triste con el alcohol.
Malena canta el tango con voz de sombra,
Malena tiene pena de bandoneón.
Tu canción
tiene el frío del último encuentro.
Tu canción
se hace amarga en la sal del recuerdo.
Yo no sé
si tu voz es la flor de una pena,
só1o sé que al rumor de tus tangos, Malena,
te siento más buena,
más buena que yo.
Tus ojos son oscuros como el olvido,
tus labios apretados como el rencor,
tus manos dos palomas que sienten frío,
tus venas tienen sangre de bandoneón.
Tus tangos son criaturas abandonadas
que cruzan sobre el barro del callejón,
cuando todas las puertas están cerradas
y ladran los fantasmas de la canción.
Malena canta el tango con voz quebrada,
Malena tiene pena de bandoneón.
EN LA CALLE
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