mi queridoviaggio nell'anima di Buenos Aires |
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BENTORNATO TANGO
"L'essenza del tango sta nel suo carattere di musica di quartiere, di marginalità.
Il tango lo canta sempre un poeta impegnato. Anche se i tanghi non hanno un contenuto esplicitamente politico, tutti i tanghi sono impegnati perchè sono politicamente scorretti. E oggi lo sono ancora di più, in questi tempi dove la sconfitta, la povertà e l'emarginazione mostrano il loro essere effetto politico. Il tango è scorretto, trasgressivo, e per questo è tornato. In questi tempi di vigliaccheria davanti alle incertezze, questa musica aiuta ad affrontare l'angoscia, a fare riflettere su noi stessi, sul nostro domani.
Dove suona un tango, si stabilisce una complicità di spazio, tempo ed emotività. E questo è il mistero dell'universale. L'energia del linguaggio al di là della lingua, il rito, la corporeità. E' il mistero che ci unisce e ci separa".
(Adriana Varela, cantante di tango)
TANGUEANDO
“El tango, hijo tristón de la alegre milonga, ha nacido en los corrales suburbanos y en los patios de conventillo.
En las dos orillas del Plata, es música de mala fama. La bailan, sobre piso de tierra, obreros y malevos, hombres de martillo o cuchillo, macho con macho si la mujer no es capaz de seguir el paso muy entrador y quebrado o si le resulta cosa de putas el abrazo tan cuerpo a cuerpo: la pareja se desliza, se hamaca, se despereza y se florea en cortes y filigranas.
El tango viene de las tonadas gauchas de tierra adentro y viene de la mar, de los cantares marineros.
ESIBIRSI AL SALòN CANNING è UN MUST
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C'ERANO UNA VOLTA..JAVIER Y GERALDINE
LA DANZA DELL'UNIVERSO
"LOS PLANETAS GIRAN, HAY UN SISTEMA EN EL UNIVERSO QUE ES CIRCULAR Y EL GIRO, LOS ATOMOS TAMBIEN ESTAN GIRANDO SOBRE SI MISMOS Y A LA VEZ EN ORBITA CON OTROS, Y TODO ESTA VIBRANDO Y GIRANDO, TODO ES CIRCULAR Y REDONDO. Y PARA MI EL TANGO COMO DANZA ES ESO"
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Bruna Bianchi
Bruna Bianchi Giornalista
« LA STORIA DI DIEGO | AUGURI, TANGO » |
Pioveva a dirotto, uno di quegli acquazzoni sudamericani con raffiche di vento che fanno pensare che forse non ti salverai. Gli unici pantaloni che avevo erano inzuppati fino a metà polpaccio e allora mi sono detta: devo correre ai ripari. In San Telmo il lunedì i negozi di antiquariato sono chiusi e le strade di ciottolato senza la gente che brulica nel fine settimana sembrano deserte e scomode. Mi sono infilata nel grande mercato pubblico coperto. Stile coloniale di inizio secolo, come la maggior parte delle case del quartiere. Ho attraversato il salone dove vendono frutta e verdura, e prima di uscire dall'altro lato ho visto un negozietto minuscolo, una vecchia merceria a meno di una luce, se così si può dire. All'esterno c'era un appendiabiti girevole con pantaloni di velluto, data la stagione invernale, e ne ho agguantato uno che mi pareva facesse esattamente al mio caso. All'interno c'era Nestor, che riponeva nelle scatole le magliette, prendendole con due dita per non stropicciarle. Lo spazio del negozio di merceria sarà stato di due metri quadrati per tre però aveva il suo bel camerino, una tenda nera per proteggere l'intimità del cliente. Il signor Nestor mi ha invitato a provare i pantaloni anche se erano con l'elastico che va sempre bene a tutti, e io all'inizio mi sono sentita un po' a disagio, sola con un signore straniero che avrà avuto una sessantina d'anni, all'interno di un bugigattolo che stava all'interno di un mercato semisederto di frutta e verdura. Sapevo pochissime parole di spagnolo perchè era l'inizio del mio soggiorno e, lo si capirà, qualche difficoltà in più c'è sempre. Il Signor Nestor, contento che gli avessi comprato i suoi pantaloni, prima mi ha mostrato le foto delle sue nipotine che aveva attaccato al muro e poi, naturalmente, mi ha chiesto di dov'ero, quanto mi sarei fermata e perchè mai ero finita a Buenos Aires se non avevo parenti da visitare. Gli ho detto che ero lì per ballare tango e allora al signor Nestor sono brillati gli occhi. Ha preso una scaletta minuscola, data anche l'ampiezza del locale, ed è salito in cima al terzo gradino fino ad aprire un armadietto dove io supponevo tenesse mutande e calze da vendere. Invece se ne scende con un libro un po' malconcio. Questo è un libro di tango, mi dice sorridendo, le parole del tango sono bellissime, le legga, vedrà che capirà perchè noi lo amiamo tanto. Io sono di origine turca ma quando ero giovane ballavo il tango qua a Buenos Aires, dove si è trasferita la mia famiglia, e ancora adesso questa musica mi commuove. Ecco, questo libro che avevo comprato tanti anni fa, glielo regalo perchè si ricordi di me, Nestor il turco che ama il tango.
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SU DI ME
Sono nata e vivo a Milano. Giornalista professionista dal 1989, lavoro come dipendente in Italia per un gruppo di tre quotidiani e sono specialista di crimini familiari, ricerca di scomparsi e indagini di cronaca nera nazionali e internazionali. Ballo tango argentino dal 2000. Il mio primo soggiorno a Buenos Aires è del 2004. Ho condotto ricerche sulla storia dell'immigrazione in Argentina e della nascita del tango. Sono stata intervistata in diretta alla radio di tango 2x4 (2008), alla radio culturale de la Ciudad del Gobierno di Buenos Aires (2009) e alla radio dell'Università de La Plata (2004). I post scritti a Buenos Aires sono frutto originale delle mie ricerche, quelli scritti dalll'Italia attingono da varie fonti, principlamente quotidiani argentini.
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LA DANZA DELL'UNIVERSO
"El tango es una danza poderosa porque es armònica con el movimiento del sistema en el que estamos inmersos. Es la danza de Shiva, la danza che le da forma al mundo y el mundo le da la forma a esa danza. Tiene todos los elementos: el hombre, la mujer, al yin y el yang, lo circular, el abrazo"
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MALENA, LUCIO DE MARE-HOMERO MANZI 1941
Malena canta el tango como ninguna
y en cada verso pone su corazón.
A yuyo del suburbio su voz perfuma,
Malena tiene pena de bandoneón.
Tal vez allá en la infancia su voz de alondra
tomó ese tono oscuro de callejón,
o acaso aquel romance que sólo nombra
cuando se pone triste con el alcohol.
Malena canta el tango con voz de sombra,
Malena tiene pena de bandoneón.
Tu canción
tiene el frío del último encuentro.
Tu canción
se hace amarga en la sal del recuerdo.
Yo no sé
si tu voz es la flor de una pena,
só1o sé que al rumor de tus tangos, Malena,
te siento más buena,
más buena que yo.
Tus ojos son oscuros como el olvido,
tus labios apretados como el rencor,
tus manos dos palomas que sienten frío,
tus venas tienen sangre de bandoneón.
Tus tangos son criaturas abandonadas
que cruzan sobre el barro del callejón,
cuando todas las puertas están cerradas
y ladran los fantasmas de la canción.
Malena canta el tango con voz quebrada,
Malena tiene pena de bandoneón.