Una due, tre, tante volte. Troppe. Gli ultimi istanti di Gheddafi tracimano dai canali tv e inondano il web. Il volto è di un moribondo prima e di un morto poi. Il sangue è il suo sangue. I libici che si affollano e gli danzano attorno non sono attori. Anzi sì, ma non professionisti. Come tutti: una telecamera con la lucina rossa del record, o un videofonino puntato, sono un richiamo irresistibile davanti al quale esibirsi. Anche il più incolto e illetterato intuisce, in quell’attimo, di far parte della storia. E non si tira indietro.Una, due, tre, infinite volte. Quando la misura è colma? Forse quando un sussulto etico, o un residuo di pietas, suggeriscono che è ora di smettere? No. La parola fine verrà proclamata dall’implacabile curva dell’audience che comincia a scivolare all’ingiù. Diritto di cronaca? Dovere di mostrare "la verità"? Tremebonde foglie di fico. Quando hai esibito lo scempio del rais una volta – avvisando il pubblico di ciò che sta per aggredirlo sul video e dandogli il tempo e la libertà di cambiar canale – la seconda non è già più cronaca e nulla aggiunge all’informazione, ma è spettacolo. È puro e furbo show acchiappa-pubblico. E chi rimane accalappiato non è quasi mai l’amante perverso del sangue, né un media-sadico. Molto spesso è una persona normale fatalmente ipnotizzata dall’orrore: non lo cerca, ma se glielo sbattono in faccia non sa sottrarre lo sguardo. I Mot (Masters of television) lo sanno e se ne approfittano. E l’eccezione di Tv2000, e dei pochissimi altri che possano esserci sfuggiti, non basta a rincuorarci.Evidentemente l’orrore di piazzale Loreto non ci basta né ci ha insegnato nulla. Recidivi e cinici. Così la tv italiana ha perso la sua guerra di Libia.
FERMATE LO SCEMPIO IN TV
Una due, tre, tante volte. Troppe. Gli ultimi istanti di Gheddafi tracimano dai canali tv e inondano il web. Il volto è di un moribondo prima e di un morto poi. Il sangue è il suo sangue. I libici che si affollano e gli danzano attorno non sono attori. Anzi sì, ma non professionisti. Come tutti: una telecamera con la lucina rossa del record, o un videofonino puntato, sono un richiamo irresistibile davanti al quale esibirsi. Anche il più incolto e illetterato intuisce, in quell’attimo, di far parte della storia. E non si tira indietro.Una, due, tre, infinite volte. Quando la misura è colma? Forse quando un sussulto etico, o un residuo di pietas, suggeriscono che è ora di smettere? No. La parola fine verrà proclamata dall’implacabile curva dell’audience che comincia a scivolare all’ingiù. Diritto di cronaca? Dovere di mostrare "la verità"? Tremebonde foglie di fico. Quando hai esibito lo scempio del rais una volta – avvisando il pubblico di ciò che sta per aggredirlo sul video e dandogli il tempo e la libertà di cambiar canale – la seconda non è già più cronaca e nulla aggiunge all’informazione, ma è spettacolo. È puro e furbo show acchiappa-pubblico. E chi rimane accalappiato non è quasi mai l’amante perverso del sangue, né un media-sadico. Molto spesso è una persona normale fatalmente ipnotizzata dall’orrore: non lo cerca, ma se glielo sbattono in faccia non sa sottrarre lo sguardo. I Mot (Masters of television) lo sanno e se ne approfittano. E l’eccezione di Tv2000, e dei pochissimi altri che possano esserci sfuggiti, non basta a rincuorarci.Evidentemente l’orrore di piazzale Loreto non ci basta né ci ha insegnato nulla. Recidivi e cinici. Così la tv italiana ha perso la sua guerra di Libia.