ballo lento

Post N° 146


Io mi tuffo. Mi tuffo, nel mare di me.Mai troppo blu, bagnato nel rosso di un tramonto lucente. Acqua d’oro, liquido come un bacio. Lì trovo me. Capelli da spargere e veder galleggiare, miracoli di sole, onde su onde, inconfondibili nelle mie orecchie. Le vivo dentro e me ne impossesso. Sono mie, sono io.Ho sempre saputo chi ero. Io sono io di fronte al mare, mare nostro. Mare che sento anche da lontano e che guardo, invisibile dietro l’orizzonte. Ma so che c’è, come il mio spirito dietro l’immagine riflessa.Sarò solo sorrisi. Sorrisi e felicità innata, quel che sempre sono stata.L’errore non è amarti, ma annullarmi in quell’amore.Dev’essere successo qualcosa in me, di grande. Qualcosa come il chiedere a un’amica che andava al mare di pregarlo per il mio amore e in un attimo, trovarmi. Qualcosa come un piccolo miracolo. Se i miracoli possono mai esser piccoli.Io questo lo devo alla mia vita. Tutto ruota attorno, tutto gira senza sfiorarmi, la solitudine di un lavoro, la stanchezza delle giornate, l’affetto ricambiato per chi mi è accanto, l’amore  per mio marito, tutto incide ma non mi tocca come le tue mani.  Eppure io, così, ritrovo me. E trovo la persona che è riuscita sempre ad amare sorridendo. E come tale, è stata sempre ricambiata.I miei occhi sono sempre stati pieni di te. La differenza è che oggi, però, li sento miei.E me ne frego d’aver paura di dire, di scrivere, di pensare, di guardare. Quando ci sarai parlerò, quando sarò connessa scriverò sempre dove e quando vorrò,  quando penserò qualcosa mi assenterò, quando mi sarai davanti ti guarderò. Quando saremo noi, io sarò.Una metà non deve mai prendersi il tutto.  E così, mentre  tu rompi l’ennesimo tuo rapporto, io vivo.  Terzo RicordoAncora i valzer del cielo non avevano sposato il gelsomino e la neve,        ne' i venti riflettuto la possibile musica dei tuoi capelli,         ne' decretato il re che la violetta si seppellisse in un libro.         No.        Era l'età in cui viaggiava la rondine         senza le nostre iniziali nel becco.        I convolvoli e campanule        morivano senza balconi da scalare ne' stelle.         L'età        in cui sull'omero d'un uccello non c'era fiore che posasse il capo.        Allora, dietro il tuo ventaglio, la nostra prima luna.. (Rafael Alberti) Arriverà, anche il terzo nostro.