ANIMA...li

RIFLESSIONI SEMISERIE SULL'ESISTENZA


Indubbiamente è solo un cane, un labrador bello grosso e dolce come tutti…Di certo non ho la pretesa di immaginare che sia diverso dagli altri, non in modo oggettivo, s’intende.  A volte sembra anche stupido, quando si ostina a inseguire i gatti che in realtà lo terrorizzano, o a ingoiare calzini, meglio se sporchi. Tuttavia, sono certa, in modo del tutto irrazionale che in lui ci sia qualcosa di speciale. Ne ho l’irragionevole certezza quando penso a come abbiamo deciso di prenderlo in casa, così all’improvviso. Abbiamo cominciato tutti e tre, contemporaneamente, a pensare che la nostra vita non avrebbe potuto  assolutamente  proseguire senza un cane.  Dopo un pranzo al ristorante, in un momento della nostra vita burrascoso, nel quale nostro figlio ci contestava e coltivava ogni giorno di più, un po’ di quel fisiologico disprezzo che gli adolescenti nutrono verso i propri genitori, abbiamo deciso.  Da quel momento siamo un po’ cambiati. La nostra conversazione ha subito il passaggio da scontro frontale generazionale a serena consultazione sui modi e tempi in cui un cane avrebbe fatto la comparsa in casa nostra. Un argomento su un terreno neutrale in cui io e mio marito smettevamo il ruolo di  insopportabili bacchettoni( così ci vedeva lui) e mio figlio metteva in discussione un po’ del delirio di onniscienza che condivideva con gli altri suoi coetanei. Non aveva mai avuto un cane, noi due invece sì, questo ci restituiva un po’ di autorevolezza. Il giorno che intraprendemmo un viaggio di 100 chilometri per andare a prendere il nostro cane, immaginai che quello sarebbe stato il momento in cui la nostra famiglia si ricostruiva e non mi sbagliavo.  Un mese di pura gioia, il nostro buffo cucciolo ci spinse fuori, al mare, in montagna, al parco, conoscemmo nuovi amici, cani e umani, ci alternavamo  tutti e tre nella pulizia e nella gestione del piccolino, con vera, autentica felicità. La nostra casa, da campo di battaglia era diventata un palcoscenico di amenità. Questa gioia durò un mese poi, fummo chiamati ad una prova durissima, mio padre, si ammalò gravemente. Fu allora che compresi veramente il perché di quell’impulso inspiegabile che ci condusse a volere a tutti costi un cane. Lo compresi meglio, tutte le volte che, di ritorno da una giornata in ospedale, dove ero stata a combattere la nostra guerra, il mio cucciolo mi aspettava e mi costringeva a ridere, a uscire. Mi riportava alla vita, mi forzava a non dimenticare le cose belle dell’esistenza.  Mi convinsi che il nostro cane non era venuto per caso  e da allora cominciai a coltivare l’idea che niente avviene per caso, che le coincidenze non esistono, che tutte le creature hanno uno scopo, e che lo scopo di quell’animale, era il più nobile, di tutti. Amare. Provai vero amore per lui, quando accasciata a terra e in lacrime per la morte di mio padre, lui piangeva insieme a me, mi leccava, il viso e cercava disperatamente di consolarmi portandomi tutte le palline della casa, perché io giocassi con lui e dimenticassi la mia pena. Che lui ci ami è fuori discussione, ce lo dimostra ogni giorno nei centomila modi che tutti coloro che  vivono con un cane conoscono. L’osservazione attenta del suo mondo interiore mi ha fatto riflettere sull’idea di anima, ho capito profondamente che esiste, tra coloro che si amano, un collegamento, un filo inesauribile, che ci riporta all’idea stessa di universo. Ho capito che ognuno di noi è l’amore che dà e che riceve e in virtù di quell’amore non morirà.  Incredibilmente il mio cane mi ha portato a scoprire il significato della mia esistenza, mi ha portato a considerare che la ricerca stessa di significato implica che un significato c’è. Siamo naturalmente portati a cercarlo, e se è la natura che ci spinge verso quella direzione dobbiamo essere certi della sua bontà, perché la natura non ha l’abitudine di sprecare risorse. Ciò che dico è stato suffragato da tantissime “coincidenze” che mi hanno forzato ad aprire il mio cuore a credere, nell’esistenza di un’anima universale, strani accadimenti ordinari e straordinari  si sono presentati nella mia esistenza e nelle vite di coloro che viaggiano con occhi attenti e cuore aperto.