azzurro"Lasciate che i bambini vengano a me." (M. Evangelista) |
DIGIUNARE
digiuno intermittente ebook:
http://www.precisionnutrition.com/intermittent-fasting
app:
https://play.google.com/store/apps/details?id=com.pro.faststart
https://play.google.com/store/apps/details?id=com.jamal.intermittentfasting
esempio di protocollo per dieta a digiuno intermittente irregolare
(solo per adulti, chiedere consiglio medico):
lunedi 18/6 (no colazione)
martedi 16/8 (no cena)
mercoledi 19/5 (no colazione)
giovedi normale
venerdi 20/4 (no colazione)
sabato 600Cal
domenica normale
dieta a basso apporto di calorie:
CASI CLINICI IN SCENA
A SCUOLA SENZA ZAINO
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CONTRIBUTI SCOLASTICI
CONTRIBUTO SCOLASTICO: TRA VOLONTARIETA’, DETRAZIONE E VINCOLO
leggedi riferimento: decreto legislativo 02-04-2007 n. 40 art.13 comma 3a
http://www.edscuola.it/archivio/famiglie/contributo_scolastico.htm
...
In sintesi pertanto il contributo:
- è volontario
- non deve essere destinato al funzionamento ordinario ma all’arricchimento dell’offerta;
- se esso è finalizzato 1. all’innovazione tecnologica; 2. all’edilizia scolastica; 3. all’ampliamento dell’offerta formativa ed il versamento è effettuato tramite banca o ufficio postale o nelle altre modalità indicate dalla legge è altresì detraibile/deducibile.
...
Quindi, dal momento che le richieste che la scuola rivolge alle famiglie non possono né debbono essere coercitive, occorre che le stesse siano altresì trasparenti – in ottemperanza ad un preciso obbligo normativo - e cioè che la scuola informi sulla volontarietà e sulla detraibilità/deducibilità. Inoltre l’utilizzo di tali importi deve essere condiviso nelle finalità e rendicontato, specificando, alla fine di ogni esercizio finanziario, le spese coperte.
...
Vi influisce anche certamente la mancanza di preparazione adeguata dei genitori eletti in consiglio di istituto che non sempre hanno competenza, ma anche l’opportunità pratica, per leggere e comprendere i documenti contabili. In particolare, come si è detto, insieme alla chiarezza nell’informazione relativa alla volontarietà ed alla possibilità di detrazione due elementi essenziali sono la finalizzazione degli introiti e la rendicontazione delle spese. (3)
...
Giacché il programma deve essere coerente al POF, a tanto dovrà accompagnarsi anche una condivisione in merito al "come" vengono spese le risorse, in particolare nella fase di elaborazione dell’offerta formativa, destinando il contributo a finalità concertate.(5)
SCUOLA
Breve corso di Psicologia per genitori: http://www.lascuoladeigenitori.it/
Scuola: La presunta nullità o illegittimità della Direttiva e Circolare BES Leggiamo dal sito http://xcolpevolex.blogspot.it
dal sito http://scuolastoppani.wordpress.com/2013/06/27/scuola-la-presunta-nullita-o-illegittimita-della-direttiva-e-circolare-bes/
Paideia 2.0: PAIDEIA 2.0 – Officina per la Didattica INCLUSIVA dal sitohttp://scuolastoppani.wordpress.com/
WEB LEARNING
SULLA SIMMETRIA DELLA VIOLENZA DI GENERE
da http://www.associazionefamiliaristi.it/violenza-sugli-uomini-da-parte-delle-donne.html
vedi anche pdf allegato
ed il contributo http://www.psychomedia.it/pm/grpind/separ/pelizzari.pdf
Un team autorevole ha effettuato una ricerca, la prima in italia, sulla violenza delle donne sugli uomini.
Un sondaggio svolto in collaborazione con l'Università di Siena che ha raccolto dopo un lungo lavoro e attenta analisi durata 3 anni, dati inerenti la violenza subita dagli uomini da parte delle donne. Un'analisi che farà paralre molto e storcere la bocca a chi crede che questo accadimento è solo utopia. Un tabù che spesso non viene dicusso grazie anche alla poca volontà di analisi da parte del Ministero delle Pari Opportunità al quale è stata proposta prima di tutti.
In moltissimi altri paesi questi dati sono già stati raccolti e sono a disposizione di tutti e a specialisti del settore come fonte di studio. In Italia è il primo evento significativo che si manifesta sotto forma di ricerca e di analisi, dove non si è mai pensato e ritenuto necessario riconoscere la violenza che gli uomini subiscono dalle donne.
In questa ricerca troveremo un insolito scenario di una realtà spesso soffocata da pregiudizi legati a tempi ormai remoti. Una eredità culturale descritta un modo semplice e trasparente ma che spesso informata o disinformata a seconda del messaggio politicocge vuole lanciare chi governa.
Nato dalla compilazione di un questionario e dalla lettura dei dati, con metodi ben descritti nell'interessante documento, precisando che la ricerca è stata prodotta senza denaro pubblico ed è frutto del lavoro di volontariato di molti professionisti, che hanno seguito regole rigide ed autoimposte nella fase di raccolta dei dati e nel loro controllo, affinchè il quadro si predisponesse a divenire uno strumento di lettura a prova a disposizione di tutti e mostrare uno scenario veritiero ma per i più sconosciuto.
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da http://www.clinicadellatimidezza.it/il-senso-di-umiliazione/
L’umiliazione, fra le emozioni, è una fra le meno studiate, anche se recentemente ha iniziato a ricevere attenzione come una emozione del “self conscious”, o dell’autoconsapevolezza (Elison e Harter, 2007), cioè quelle emozioni che si cominciano a provare una volta che si sia sviluppato il senso di sé.
Il senso di umiliazione è un’emozione che proviamo quando qualcuno ci fa notare una nostra grave mancanza, facendo risaltare pubblicamente questo suo giudizio sprezzante. Una umiliazione può avvenire solo quando ci si sente dipendenti dal giudizio e dal potere degli altri: non a caso, l’etimologia della parola deriva da “humus”, la terra, cioè il sentirsi abbassati fino a terra.
Un altro termine, un po’ più antico, ma ancora oggi usato, per definire questo stato di penosa vergogna e costrizione è “mortificazione”: in questo caso l’umiliazione subita ha l’effetto di uccidere, dare la morte, alla propria considerazione di sé, al proprio orgoglio.
Diametralmente opposta all’emozione dell’umiliazione è infatti quella dell’orgoglio, che si prova quando ci si sente autonomi, non dipendenti dalle risorse e dai giudizi di altri.
Le emozioni di umiliazione, vergogna e imbarazzo vengono considerate come appartenenti alla stessa “famiglia”, date le molte affinità fra loro. In particolare, l’imbarazzo o la vergogna vengono provati in presenza di situazioni spiacevoli, ma non sono in genere provocati da altri, come è invece spesso nel caso dell’umiliazione pubblica, quando cioè vi è la volontà di un’altra persona di umiliarne un’altra, degradandola e rendendola ridicola agli occhi degli altri.
Alcune persone sono particolarmente sensibili all’umiliazione, così come alla vergogna o ai potenziali rifiuti. In questi casi, anziché cercare di realizzare progetti che rafforzino la propria autostima, ci si chiude nei propri confini, limitandosi a “giocare in difesa” impegnandosi solo a limitare le perdite. Questo è tipico della personalità evitante, tendenzialmente pessimista, che anziché concentrarsi sui propri punti di forza, si contenta di minimizzare le proprie debolezze (Schlenker, Weigold e Hallam, 1990) evitando i rischi di una possibile umiliazione.
La difesa più radicale dell’io contro la vergogna, l’umiliazione, il senso di fallimento personale sono la tristezza e la depressione, a volte talmente gravi da comportare dei rischi di suicidio (NIMH, 2003, Rudd J. Jr e Rajab, 2001), anche per l’uso di droghe e farmaci cui, in questi casi, molti ricorrono. Le droghe rappresentano una facile scappatoia per ritrovare una posizione di potere, in presenza di rabbia e umiliazione narcisistica, oltre che un tentativo estremo di compensare le carenze presenti nel funzionamento dell’Io. Purtroppo però esse fanno perdere il senso della realtà e difficilmente forniscono all’individuo la necessaria motivazione ed energia per difendersi e riconquistare l’onore e la dignità perdute.
Alcune persone, con grande facilità, riescono ad evocare immagini dolorose, in cui si subisce una umiliazione pubblica, non solo quando tali eventi sono realmente accaduti, ma anche quando si tratta di semplici fantasie… Queste persone dunque tendono ad evitare le persone e le situazioni che nella loro immaginazione hanno già prodotto un rifiuto e un conseguente senso di umiliazione.
La paura di subire umiliazioni si manifesta già in età molto giovane ed è particolarmente diffusa fra gli uomini, specialmente per quanto riguarda i rapporti con l’altro sesso. La riluttanza a stringere relazioni personali e nuove amicizie deriva dall’esagerazione e dalla esasperazione delle proprie potenziali difficoltà, oltre che dell’importanza che viene data al rifiuto dell’altro.
Ci sono, del resto, persone che non si fanno scrupoli nell’infliggere umiliazioni, al solo scopo di godere della dipendenza e della soggezione esercitata nell’altro, distrutto nell’onore e nel rispetto di sé, dequalificato come essere umano, per diventare niente più che un oggetto, un attrezzo, un animale. Il giudizio sprezzante, che arreca umiliazione, non riguarda un atto o una parola, ma il valore stesso della persona, ritenuta incapace di agire in altro modo, indegna di fiducia, di stima e di interesse. Una forte umiliazione subita rischia di lasciare una traccia indelebile nella propria vita.
L’atteggiamento umiliante può essere assunto da un genitore, che esercita il suo ruolo educativo in un clima affettivo improntato alla critica, al disconoscimento e all’umiliazione dei figli (Kagan, 1988), oppure nel luogo di lavoro, quando si ha a che fare con un superiore che esercita una leadership particolarmente autoritaria, per cui qualsiasi trasgressione alle regole comporta una umiliazione. Ci si può sentire umiliati nel proprio rapporto di coppia, quando il/la partner non perde occasione di raccontare pubblicamente le cose più intime, causando situazioni imbarazzanti ed anche capaci di compromettere i rapporti sociali della persona umiliata (questo è uno dei tanti aspetti della violenza domestica).
In molti casi l’umiliazione deriva da una persona invidiosa, o che non tollera che un’altra persona possa essere felice senza di lei (come nel caso di un ex). Il soggetto invidioso o geloso desidera in questi casi l’umiliazione dell’altro, il suo fallimento, la sua disfatta ed è pronto a tutto, pur di ottenere ciò che desidera.
In campo sessuale l’umiliazione del partner è frequente in presenza di un tentativo fallimentare di un rapporto sessuale: evento che può essere particolarmente traumatico e che potrebbe generare impotenza a causa dei sentimenti di vergogna e di umiliazione provati.
Nella pornografia invece, come nelle parafilie, si assiste di frequente a scene erotiche in cui il/la partner viene umiliato/a. Le parafilie sono fantasie, impulsi sessuali e comportamenti ricorrenti e intensamente eccitanti, che possono riguardare oggetti inanimati e provocare sofferenza e umiliazione al proprio partner, a dei bambini, così come ad altre persone consenzienti o perfino a sé stessi. Potrebbe sembrare strano che una persona consenta ad un altro di essere umiliata sessualmente, ma è tipica della parafilia una certa mescolanza fra piacere sadico e masochistico, che sono due facce della stessa medaglia. Ad esempio, la temuta sculacciata ricevuta da bambini in segno di umiliante punizione, potrebbe essere erotizzata attraverso la pratica dello spanking (farsi sculacciare).
A volte, quando la persona cade nell’abisso della umiliazione ha un sussulto di dignità e decide di ribellarsi. In questo caso può esservi rabbia, anche verso persone che non sono responsabili dell’umiliazione subita, e ricerca di giustizia, se non sete di vendetta. Altre volte invece si ricade nella tristezza e nella depressione e questo capita in particolare alle persone che hanno scarsa autostima e sentono maggiormente i sentimenti di vergogna e di umiliazione (Brown e Dutton, 1995).
Un altro modo di reagire all’umiliazione è quello di usare degli atteggiamenti, che poi si sedimentano nel carattere, ma che nascono come forme di difesa dalla vergogna provata, come l’autoironia, in cui l’umiliato recupera una posizione attiva rispetto alle proprie debolezze, oppure il perfezionismo maniacale, o la compiacenza verso gli altri, con la costante preoccupazione di non dispiacere a nessuno e di gratificare tutti, per sentirsi più accettati. Infine, il comportamento reattivo più energico, che è quello della sfrontatezza, in cui la paura dell’umiliazione si trasforma in indifferenza o sfida.
Nell’ansia sociale, la paura dell’umiliazione si concentra intorno alla possibilità che altre persone possano assistere al proprio disagio o ad un attacco di panico, oppure nel disagio provato quando ci si è offerti per qualcosa e si viene rifiutati, vedendo così disconfermate tutte le proprie aspettative di accettazione sociale.
L’intervento terapeutico si basa sull’elaborazione di un piano che comprenda sia la gestione del tempo libero del paziente, sia del suo tempo di lavoro e di impegno nelle attività sociali. E’ importante acquisire delle abilità cognitive che permettano di fronteggiare agevolmente l’anticipazione dell’imbarazzo o dell’umiliazione, in ogni situazione che anche lontanamente riecheggi l’evento traumatico subito. La persona deve apprendere come strutturare un nuovo linguaggio interiore positivo e come usare questo linguaggio nelle varie situazioni della vita, aumentando la tolleranza al parlare in pubblico attraverso procedure come il role playing (Hope ed altri 1993), i “compiti a casa” e le esposizioni dal vivo a situazioni ansiogene, allo scopo di desensibilizzarsi.
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Il 114 è un numero d’emergenza al quale chiunque, bambino, adolescente o adulto, può rivolgersi:
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