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Poesia del pendolare

Post n°120 pubblicato il 11 Gennaio 2008 da bartelio
 







Sapevo che me l'avrebbero fatta pagare.
Me lo sentivo.
Ieri sera
stronze bastarde
si sono fermate più giù
molto più giù
e io ero preso a mezzo
tra quelle di destra e quelle di sinistra.
Così ho perso tempo
(e ogni attimo è prezioso)
a decidere verso quale direzione andare.
La folla si è radunata da ambedue le parti.
Troppo tardi.
Sono andato verso sinistra,
ho sgomitato,
una signora con i capelli gialli mi ha guardato
come fossi un cavernicolo.
Dovevo averne l'aspetto,
del resto.

C'era qualcuno che doveva scendere.
Due tre persone.
Succede quasi ogni volta.
La folla si allarga di un filo
quel tanto che basta
perché quella gente odiosa scenda
e si diriga verso destinazioni ignote.
Poi la folla si ricompatta in meno di un fiato.

Quando è stato il mio turno
lavorando coi gomiti
senza guardare nessuno in faccia
mi sono fatto largo
aggrappato alla sbarra verticale
e sono salito a bordo.

Una volta a bordo, hai diverse possibilità:
puoi piegare a sinistra,
piegare a destra,
prendere le scale che portano al piano superiore
oppure ancora piegare a sinistra
ma utilizzare l'entrata più lontana
vicina alle porte del lato opposto,
per intenderci.
La stessa cosa per la destra.

In effetti,
i vagoni con due piani sono i più complicati.
Succede che tu sali da sinistra
ma vuoi andare a destra
o di sopra
mentre chi sta alla tua destra
vuole andare a sinistra o di sotto.

Questo è il libero arbitrio, pensi.
Una gran cosa.
Ma non sui treni.

Ho visto impiegati col cappello
spingere come tori nella festa di San Firmin,
signore di mezza età con la borsetta
procedere con gli occhi rossi
spingendoti lentamente verso una direzione
che tu mai avresti voluto prendere.

Quasi tutta la gente
si è diretta verso lo scompartimento di sinistra.
Guarda che magari rimedio un colpo di fortuna
nonostante tutto
mi sono detto.

Sono andato a destra
anche se sentivo che c'era puzza di inganno.
Ma è sempre troppo tardi quando te ne accorgi.

Lo scompartimento era freddo
i sedili interamente ricoperti di stoffa azzurra.
Sporca.
Mi sono seduto in un quadriposto,
da solo,
accanto al finestrino.
Fuori era notte
dalle bocchette usciva l'aria di Novosibirsk,
quella di fine gennaio.
Non so se ci siete mai stati.
A Novosibirsk, intendo.

Ho tenuto sciarpa cappello e guanti.
Ho disteso le gambe,
mentre altra gente si sistemava attorno a me.
A un certo punto nel mio quadriposto
sono entrate due ali e una guardia
dei Boston Celtics.

Non sono sicuro
che fossero proprio dei Celtics,
ma avevano le ginocchia che cominciavano
esattamente dove le persone normali tengono i piedi.

Impassibile, ho chiesto permette?
e scostando un ginocchio dell'ala dei Celtics
ho tolto dalla borsa l'Urania e mi sono detto
vabbè.

Mentre leggevo le prime dieci righe
il treno è partito e le luci si sono spente.
Spente.
Per sempre.
Fuori faceva notte,
ve lo ricordo nel caso ve ne foste dimenticati.

Poco male ho pensato.
Ho tolto il mio lettore mp3,
ma il display diceva low battery.
Pazienza.

Mi sono messo a succhiare il ginocchio dell'ala dei Celtics
mentre il treno correva (vabbè) dentro la notte.

Era un ginocchio dolce,
peloso ma dolce,
sapeva di liquirizia e pesto di Recco.

E con un vago retrogusto d'aglio in bocca,
mi sono addormentato.



 
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Commenti al Post:
essenziale4
essenziale4 il 12/01/08 alle 12:16 via WEB
tutta la mia solidarietà di pendolare occasionale e di perenne vittima dell'idiozia pecorona altrui ;)
petarda
(Rispondi)
 
bartelio
bartelio il 14/01/08 alle 09:38 via WEB
Stamattina, caldo tropicale. Si poteva stare in canottiera e infradito. :-)
(Rispondi)
bippy
bippy il 14/01/08 alle 10:23 via WEB
il lato tragi-comico è la parte migliore della vita...
(Rispondi)
 
bartelio
bartelio il 15/01/08 alle 09:34 via WEB
Beh, se non ci fosse l'autoironia, che resterebbe? Queste sono domande a cui la scienza non ha ancora dato una risposta.
(Rispondi)
 
 
robbigalli
robbigalli il 15/01/08 alle 14:43 via WEB
Grazie al cielo la scienza non può rispondere a tutte le domande. A parte questo, hai tutta la mia solidarietà di pendolare.... anche se nel mio caso sono solo 25 km :)
(Rispondi)
shockportatile
shockportatile il 18/01/08 alle 13:01 via WEB
annuserai ginocchi, ma io ho pance di uomini di due metri che mi premono sulla schiena, aliti di segretarie part-time che si interrogano sulla facilità di mandare una mail (((ma non mi pensavo))) e capelli biondi di ottantenni che scendono tre fermate prima della mia ...
(Rispondi)
 
shockportatile
shockportatile il 18/01/08 alle 13:02 via WEB
Avrò, Avrai ---- una canzone :)
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 24/01/08 alle 14:51 via WEB
Ti dico questo (mi sa che dobbiamo aprire un blog sui pendolari, mi sa!): ho fatto un viaggio in corridoio seduto sulla valigia da Milano a Finale Ligure. A un certo punto mi sono alzato per sgranchirmi un attimo le gambe e, porca giuda, un tizio si è seduto sulla mia valigia, capisci, sulla mia valigia! :) (bart) (perdona il ritardo nella risposta)
(Rispondi)
molinaro
molinaro il 22/01/08 alle 09:21 via WEB
Più bastarda delle porte c'è solo la carrozza fuori servizio. La percepisci perché è buia e vuota. Ma è troppo tardi. Si ferma davanti a te. La folla corre via. Ma la carrozza davanti è lontana, quella dietro pure. Giungerai a cose ormai fatte. Treni affollati. Di buono, per me, rare volte, groppi di studentesse giovani, che m'immergono in loro, vociando. Questo mi piace. O, nei treni notturni, meno affollati, star comodo seduto e la notte che scorre.
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 24/01/08 alle 14:48 via WEB
Ciao, Carlo, e scusa per questa risposta così tardiva, ma non ne ho avuto il tempo. Comprendo benissimo e ti dirò di più: c'è un'altra cosa ancora più bastarda e cioè il treno in perfetto orario nei giorni in cui tu sei in perfetto ritardo.
Anche a me piace usare il treno, ci puoi dormire, leggere, ascoltare musica o chiacchierare. Alla prossima! :) (bart)
(Rispondi)
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