Preferirei di no

ti lascio un abbraccio da Milano ma che è stata in alta val seriana in agosto e conosce il treno tratta milano bergamo. bel post... scrivi molto bene, davvero. E' stato un piacere leggerti e scoprirti... così. Un sorriso Paola

ti lascio un saluto da Stezzano.

Eh Barte lo so che si passa coi controllori! mamma se lo so! l'anno scorsp fino a Roma ho perso tre chili di dignita'!!! Alla stazione di Dalmine invece ebbi la splendida idea di scendere per andare a Dalmine paese, secondo me mi risparmiavo il tragitto fino a bg e poi pullman! Non mi sono mai sentita tanto straniera in Italia. Non so se era paura o proprio paura! Se non fossero venuti a prendermi presto avrei preso il primo treno e sarei tornata a Milano!

Tu Bartelio sei un uomo giusto, l'ho sempre saputo! (bel pezzo comunque, ottimo rientro, molto molto bene, olè! :)

ciao bart! Vedo che il tuo blog e' fermo. Pazienza! lo leggero' all'incontrario! Buon mese di agosto, soleggiato e amico!

Grazie, ci conto. :)

Ciao, scusa il ritardo ma sono stato per qualche giorno al mare. :) Grazie per la poesia e poi avevo già notato il tuo nuovo blog, ci risentiamo presto o tardi, qui o là. Grazie e ciao.

p.s nell'ultimo rigo non mi è riuscito di mettere il link del mio nuovo blog WWW.SPREMIACUME.WORDPRESS.COM

Mi ricorda una bella poesia di un Guelfo Civinini, "Elegia ferroviaria". Le piccole stazioni dove i treni diretti passan senza fermarsi/ fra un ondeggiar di chiome ed eucalipti giallastri / le piccole stazioni solitarie e i tetti rossi / con una panchina verde sul marciapiede/ e sul muro hanno il nome d'un ignoto paese / che non si vede / qualche piccola pieve fra ombre di castagneti / e tremolii d'ombrelli al monte/ o pei declivi d'un colle entro una mite serenità d'olivi/. Ignoti paeselli che colui che viaggia sopra i treni diretti non conoscerà mai/ sperduti chissà dove per chissà quali spiaggie, per chissà quali greppi / ancora ad otto o nove ore di diligenza dalla strada ferrata / e si chiaman con nomi un poco letterari: S.Lorenzello, Albata Mon Giglio, Valfiorenza, S.Agata dei frari. / Un attimo e son già scomparse: -Che stazione era?- "Non so signora, non ho guardato il nome". -Il paese è lontano, deve esser giù di là-. Per un poco si tace, poi: -Lei viene da Milano? Forse dopo Torino ci rivedremo allora- " Ma si immagini signora". / E il gioco cittadino ci riprende e ci piace /la piccola stazione si è perduta lontano / la piccola stazione dove non ferma il treno / con l'ignoto paese fuori di mano che non conosceremo / con la tacita pieve che non si vede / che non sappiamo come si chiamerà / ed avrà forse nome: Serenità. <a href="http://www.spremiacume.wordpress.com"VIENI ANCHE QUI

Conosco la sensazione... di noi cittadini.. bello qui.. tornerò a farti visita.. un sorriso per i tuoi pensieri Paola