arrocco

sala 8


Sono una miniera, sono un grumo di dolore e di bellezza, sono la voce narrante e il corpo estraneo nel letto vuoto. 4, 8, 17, una filastrocca di numeri e caselle, di complicati mondi adulti. Non si raccontano più fiabe perché nelle fiabe, alla fine, felicità e saggezza illuminano stanze chiare. Mi riconosci? Mi vedi tra questi mille volti che si confondono, che gridano la stessa urgenza? Siamo tutti uguali, come i numeri delle tabelline. Non ricordo bene, non so contare fluidamente, sulle dita. Forse è perchè me le hanno spezzate, le dita, mamma? Non piangere. Domani andremo a pescare dove i pesci cantano e allora il cielo sarà di nuovo un mare liquido entro cui nuotare. Non piangere, mamma, ché sennò i pesci scappano.