arrocco

autoritratto


  Ho un talento nelle tasche, uno sguardo d'amore per il mondo e pelle delicata che arrossa facilmente. Ho qualcosa che inseguo senza rotte precise, negli occhi solo l'orizzonte. So che la terra è tonda e che quell'orizzonte si sposta man mano che avanzo. Ma so tendere all'infinito. Non ho la pazienza del passo nè quella dell'attesa, ma ho la pazienza dell'immaginazione e del desiderio. Cammino a gambe divaricate tra sogno e realtà, un piede freddo e l'altro caldo, un palmo pieno e l'altro vuoto, sulle labbra una preghiera e una bestemmia.Vacillo sotto il peso delle cose del giorno, ma non mi alzo in volo se svuoto il carniere. Il mio limbo sta tra l'aria fresca che smuove l'erba e il cielo azzurro dell'estate. La malinconia è il mio letargo autunnale. Sono un'anima nordica con dentro il sole d'agosto.Sono un'equilibrista che soffre di vertigini. Sono seguace di un ordine che non concede tregue alla pigrizia e l'ozio è il mio miraggio come oasi dal dorso di cammello. Porto sole, acqua e vento, quiete e tempesta. Disseto e affamo.E ora vorrei cancellarmi, per riscrivermi in una pelle nuova e mi guardo sorridendo, le spalle dorate e gli occhi verdi, ombrosi.