arrocco

devozione


 Non darmi la vista del tuo sguardo rassegnato e stanco. Non ricordarmi il peso della soma di ogni giorno al traino. So quanto sia tutto fatica e responsabilità e impotenza e frustrazione. Ma non offrirmelo, proprio tu, come fosse l'inevitabile. Le conosco già tutte queste corde, tutte queste catene, ne ho la pelle segnata. Ma tu porgimi uno specchio di quelli antichi, ombrati, in cui la pelle risplenda luminosa e intatta e lo sfondo assomigli ad una sala da ballo in attesa della festa. Cerca ovunque una bacchetta magica, un ramo d'alloro, una radice fatata e usali per me. Regalami una visione, una cometa da seguire, per andare via. Lontano dalle bugie che ci vogliono muti e asserviti. Portami nel bosco, lontano dalle piazze troppo vuote, dalle pagine imbandite di nulla. Feriscimi per farmi capire che ancora sono viva, che ancora so il colore del sangue. Fammi vedere le stelle nella notte, come in un deserto. E ad una ad una raccontami la sua storia, raccontami ogni Berenice, ogni Perseo. Incantami e fammi spalancare gli occhi, fammi sognare, fammi viaggiare su queste ali leggere.Poi possiamo pure tornare, indossare di nuovo i vestiti smessi e l'espressione usuale, abbassare le palpebre a custodire meraviglia. Poi possiamo pure tornare, tra le righe, ad un'altra dose di soma e di scudiscio. Ma intanto... portami via.