arrocco

Vorrei


 La musica attraversa la valle sfrondandosi tra fogli e rami. Guardo lontano, i paesi minuscoli e sparsi sull'altra costa, piccoli presepi di fantasie umane. Vorrei camminare all'infinito su questa strada, che mai cambiasse, partire senza la bramosia di alcun nuovo, solo una manciata di libertà per vivere quel che già c'è e che sfuma in un attimo. Disperatamente, come in un amore che non può durare. A piene mani e urlando, con la ferocia del vento. Un frammento ipotecato da stringere tra le dita, a scaldare, a tagliare la pelle, a fecondare la terra. Poi scivolare nell'inevitabile. O ancora ubbidire, contare ferri, mettere in fila stanze come parole, la liturgia di un sacro poetico nel concerto del quotidiano, allestendo scenari per bisogni di cui si tace il nome. Ma ora lasciami scivolare di foglia in foglia, lungo le correnti che scendono dalle creste, giù verso valle, come sassi che rotolano. Non darmi attrito, ma solo ali, anche di cera, poi saprò bruciare. Forse senza rimpianti. Forse.