E' strano riporre una
speranza nella visione di un mondo in cui l'uomo non è contemplato, se non come traccia che sempre più sbiadisce e si consuma. Eppure non provo dolore nel vedere una rivincita che segna la nostra sconfitta, il farci da parte nostro malgrado. Nessun dolore, ma solo quello spiraglio di veder superate la nostra violenza e la nostra arroganza. Non più padroni del mondo, ma tiranno morto su cui comunque si gettano fiori. E forse solo allora, quando la memoria non avrà più connotati umani, si potrebbe ripartire, con una nuova razza, gentile, timida e sensibile.