arrocco

L'abbicì dell'oblio*


Dev'esserci un autunno in ogni ambito. E se fosse una belva, si aggirerebbe anche nelle stanze di Memoria. Se tutto torna e serve in un ciclo, trasformandosi in humus per ciò che verrà, anche molto di quello che vorremmo dimenticare, potrà lentamente sbiadire come appartenesse ad una vita ormai passata, ad un'altra persona che ormai non siamo più.Così, in alcune stanze di ricordi, si sono addensate le grigie nebbie novembrine che hanno attutito colori e suoni. Le immagini e le parole svaniscono in sordina, quasi indistinte e confuse in un rumore di risacca. Un binario intrapreso e poi abbandonato, invaso da fiori desueti, scuola severa e ormai superata. Oltre quest'autunno della memoria, c'è un inverno di quiete e di nascosto fermento. L'humus invisibile, dedito al suo lavorio sotterraneo, apporta nuova linfa. Primavera si presenterà con nuove speranze e con una nuova pelle e il cerchio sarà chiuso.(* citazione da Maja Haderlap, L'angelo dell'oblio)