arrocco

omaggi


 La luna come un sottile filo zoppo, guidava dall'alto sogni e maree. L'erba era un tappeto grasso per la gran pioggia estiva, appena macchiata sulle punte dalla polvere rugginosa di un lichene mai visto prima. Persino grandi funghi scuri erano comparsi a disegnare il prato con singolari costellazioni. Il passo era circospetto e attento, mentre fiutava l'aria seguendo quella traccia che aveva avvertito non appena scavalcata la recinzione. Sapeva che da qualche parte nel buio si annidava il nemico e si era ripromesso che lo avrebbe giocato. Il suo camminare felpato non ne avrebbe mai rivelato la presenza e avrebbe potuto balzargli addosso in una sorpresa fatale. Immaginava già come gli avrebbe spezzato il collo e come lo avrebbe immolato. Pregustava l'attimo in cui trionfante, forte del suo trofeo di spoglie conquistate e del vanto di gran cacciatore, avrebbe deposto la preda dinnanzi alla porta della sua amata. Quale orgoglio gli faceva rizzare i peli del collo e rendeva lucenti i suoi occhi nella notte!La mattina quando Lei aprì la porta di casa per recarsi al lavoro, fece un salto nel trovare sul tappeto un topolino fatto a pezzi, di cui rimaneva solo metà corpo, la piccola testa sfinita, ripiegata su se stessa. Fece forza sul suo disgusto e la sua pena, prese il tappeto e allungando il più possibile le braccia innanzi a sè (Elastic girl le avrebbe fatto un baffo!) andò a gettare i poveri resti nel dirupo.