arrocco

cortili


"Si udiva soltanto lo stillicidio dell'acqua dalle volte invisibili, soltanto la triturazione dell'eternità nella clessidra del tempo."(D. Kis, Enciclopedia dei morti)L'uomo entrò nel cortile delimitato da alti muri in mattoni rossi. Era anziano, in braccio recava un'urna, il passo affaticato e rassegnato. Camminava lento sulla terra sabbiosa e smossa come quella di un'antica arena su cui si fossero misurati accaniti gladiatori, anch'essa ebbra di sangue. Al centro del cortile si apriva una buca rettangolare di un metro di larghezza per una lunghezza di due metri e mezzo. A lato della buca, sopra i mucchi di terra rimossa, stavano due corpi sovrapposti. Al di sotto si intravvedeva il cadavere di un uomo dai tratti ormai indistinti, quasi cancellati come quelli di un volto che affonda, svanendo, nel gorgo della memoria. Sopra, scomposto, il corpo di una donna, spigoloso, di una magrezza estrema.Mi avvicinai, attratta da non so quale fame compulsiva e perversa che mi spingeva a cercarne il volto. Alla vista dei suoi zigomi ossuti, mi accorsi con raccapriccio che i suoi lineamenti, così immobili e provati, erano i miei.Distolsi lo sguardo tremante e vidi che l'uomo anziano mi aveva ormai raggiunto e mi osservava, sorridendo. Con voce bassa, quasi persa in un sussurro, mi disse: "Cosa aspetti? Devi decidere dove vuoi stare".Lasciai cadere le braccia lungo il corpo e mi misi a correre, incespicando ad ogni passo, per scappare il più in fretta possibile dal cortile. Il sole stava tramontando e io dovevo scegliere tra il fuoco e la terra, senza sapere cosa davvero mi sarebbe servito. Con il cuore in tumulto pescai dalla tasca i miei dadi d'ebano, e lanciai quegli oscuri auspici contro l'alba lontana.(illustrazione: http://nathanielle.blogspot.it/2010/10/qualcosa-da-pedro-paramo.html )