Segreti

Post N° 23


Movimenti sociali e partecipazione politica Coordinatori: Donatella della Porta (IUE) e Gianni Piazza (Università di Catania) A partire dalla fine degli anni ’90 del secolo scorso, le ricerche sui movimenti sociali e la partecipazione politica, soprattutto quella non convenzionale, hanno conquistato sempre più spazio tra gli studiosi nel campo delle scienze sociali in generale e, in particolare, anche nella scienza politica, sia a livello nazionale che internazionale. In effetti, l’esplosione di un nuovo ciclo di proteste, tra la fine del vecchio millennio e l’inizio del nuovo, nonché l’emergere del “movimento sociale globale” (impropriamente definito dai mass-media “no-global”) ha richiamato l’attenzione dei ricercatori, politologi oltre che sociologi, sui questi temi. Anche il manifestarsi di conflitti e mobilitazioni, solo apparentemente localistici, contro la costruzione di grandi infrastrutture ed impianti considerati dannosi, non solo per l’ambiente e la salute ma anche sotto il profilo sociale ed economico, dalle popolazioni locali, è stato ed è analizzato dagli studiosi attraverso le categorie e gli apparati concettuali elaborati nel campo delle ricerche sui movimenti sociali e la partecipazione politica non convenzionale. Inoltre, questi ambiti di ricerca si intrecciano strettamente con quello riguardante le forme alternative o complementari alla democrazia rappresentativa, quali la democrazia partecipativa, diretta, deliberativa, discorsiva, assembleare, associativa. Nelle democrazie contemporanee, cioè, a fronte del declino della partecipazione politica convenzionale, l’emergere di queste forme sperimentali rappresenta un’alternativa all’imposizione dall’alto (top-down) delle decisioni pubbliche, che appare non solo sempre più priva di legittimazione, ma che diventa anche sempre più difficile da gestire, a causa della crescente complessità dei problemi e della capacità degli attori non istituzionali di far sentire con forza la loro voce. Si tratta dunque di settori di studi che si intersecano, poiché la ricerca di modelli partecipativi e alternativi di democrazia interna assume un ruolo sempre più centrale sia nelle mobilitazioni LULU (Locally Unwanted Land Use), sia sopratutto nel “movimento globale”, la cui mobilitazione transnazionale concerne i processi di liberalizzazione del mercato, rivendicando giustizia sociale (una “globalizzazione dei diritti dei cittadini”) e democrazia partecipativa (una “globalizzazione dal basso”).