Segreti

Post N° 39


 Considerazioni finali L’evoluzione delle strutture organizzative regionali e delle procedure maggiormente adeguate al perseguimento delle finalità istituzionali sono improntate alla massima flessibilità e sono soggette alla continua revisione necessaria a garantire che l’amministrazione regionale possa rispondere in modo adeguato e tempestivo al proprio mutevole contesto di riferimento, ottimizzando l’impiego delle risorse disponibili, creando condizioni interne di funzionamento che valorizzino, motivino e riconoscano il contributo delle risorse umane, sviluppando un buon livello di comunicazione interna ed esterna e di interconnessione mediante sistemi informatici e statistici. Inoltre, nei processi di innovazione organizzativa assume sempre più rilevanza il collegamento tra strategia e organizzazione. Non è sufficiente ricercare un modello organizzativo efficiente, ma è necessario che quest’ultimo sia coerente con le scelte di posizionamento strategico dell’ente (quale ruolo, funzioni, competenze, relazioni con gli altri attori del territorio, forme di gestione adottare) e delle linee di sviluppo che lo stesso intende perseguire. In realtà, non è individuabile un modello di riferimento, un idealtipo organizzativo, quanto invece è auspicabile che i differenti assetti organizzativi,in relazione alle caratteristiche degli enti, al contesto più o meno evoluto in cui operano ed alle correlate strategie di sviluppo, siano rispondenti ad un rinnovamento sostanziale dei principi e delle modalità operative di funzionamento. In tal senso si registrano realtà regionali particolarmente innovative nel settore delle politiche sociali, Regioni “laboratori di innovazioni” per la nuova funzione di governance del sistema di welfare locale. Accanto a queste si rileva un secondo gruppo di Regioni che ha intrapreso la strada del cambiamento organizzativo ma che incontra ancora qualche difficoltà in fase attuativa: alcuni modelli organizzativi rappresentano un updating dell’organizzazione burocratica, mantenendo ancora uno stretto collegamento con la logiche e meccanismi di fondo tradizionali. Il passaggio ad una concezione organicistica dell’organizzazione, contraddistinta da una visione dinamica dei compiti e delle funzioni dirette al perseguimento delle finalità istituzionali, dallo sviluppo delle professionalità, da relazioni interpersonali anche al di fuori delle linee gerarchiche, da processi decisionali di tipo multidirezionale, dalla dominanza dei valori e delle norme di comportamento connessi alla razionalità e allo sviluppo, non è ancora compiuto. Occorre agire sul clima e sulla cultura organizzativa affinché i processi di innovazione intrapresi dalle amministrazioni regionali siano efficaci e coerenti con le decisioni strategiche adottate, consentendo il perseguimento dei fini istituzionali.;