MAESTRO

"Florence Dugas"


"Uno per uno, ho slacciato tutti i bottoni del vestito. In effetti non portava niente sotto.Sfiorandola, ho notato che si era rasata accuratamente il pube, era liscio come la guancia di un bambino. Mi sono chinata e l'ho baciato dolcemente. Mi sono spogliata anch'io."Si indossa così" le ho detto, fissandomi il cazzo finto alle reni. Ora che mi ballonzolava davanti, mi appariva ridicolmente grande. Era più un antico fallo che non un cazzo vero e proprio. Non sono particolarmente alta, e avevo l'impressione bizzarra, oscena, di essere attaccata all'estremità di un'esca.Poi mi sono dedicata a lei: ho pazientemente collegato tutti gli anellini del suo corpo alle catenelle che avevo comprato, dai lobi delle orecchie al naso, dal naso ai seni, dai seni al sesso.L'ho parata con tutti i gioielli che avevo, orecchini e collane, bracciali sonori e barbari, cavigliere...Ho passato un dito nella fessura del suo sesso, baciandola. Ho giocato per qualche istante con l'anello che le attraversava il clitoride. Era bagnata. Mi ha mormorato:"Mi farai molto male?"." Sì, molto male "."Tanto meglio. Ti amo".E mi ha reso il bacio con una foga e una passione sconosciute.JP le ha bloccato con le manette i polsi in avanti, mentre io fissavo, dopo esser salita su una sedia, una catena, piuttosto corta, all'anello del soffitto."Alza le braccia" le ho detto.Dovette sollevarsi sulla punta dei piedi per poter unire le manette alla catena che pendeva dal soffitto.È strana così: nuda e addobbata, tenuta in tensione dalla catena...Le sue mani sono chiuse nelle manette come uccelli prigionieri.Le giro attorno, con quel sesso smisurato attaccato alla cintura. L'accarezzo lentamente, delicatamente, a lungo. Devo mettermi decisamente in punta di piedi per baciarla, per leccarle le orecchie, il collo.La nostra immagine riflessa nello specchio ha un certo fascino equivoco.JP, che sin dall'inizio è stato il più possibile discreto (" Sei tu l'organizzatrice, io non sono che uno strumento " mi ha detto in un lampo di lucidità), finisce un primo rullino di foto, ricarica la macchina e si avvicina per far bere a Nathalie un'altra coppa di champagne.È rimasto completamente vestito, a parte i piedi nudi.Il vino le cola dalle labbra sul collo e sui seni, scende scintillando fino al ventre.Sfrego la verga finta sulle sue chiappe. Gliela faccio passare fra le cosce. Lei geme."Prendimi" mi mormora.Le faccio segno di no con la testa.Guardo JP. E tornato dietro alla macchina fotografica. Sperimenta le inquadrature giocando con lo zoom, senza premere sullo scatto.Infilo il godemiché nel ventre di Nathalie, all'incirca per un terzo della sua lunghezza. Lei geme ancora, cerca di inarcarsi, malgrado la sua postura dolorosa, perché io possa penetrarla completamente.Mi ritiro da lei, vado verso il letto, prendo la frusta.Riflesso nello specchio vedo JP, con il dito pronto sullo scatto.L'istante si cristallizza.Accarezzo Nathalie con la correggia. Lei mi guarda negli occhi."Dimmi che mi ami" mi chiede. "Ti amo," le rispondo "ti amo".http://media-cache-ec0.pinimg.com/236x/0d/74/dc/0d74dc260aa1022351ce307377828e5c.jpg