La pubblicità mette, in altre parole, sotto i riflettori e in bella evidenza il disagio profondo che molti intellettuali e artisti sentono nascere e crescere dentro di sé quando si confrontano faccia a faccia con la cultura di massa. Il disagio è così forte che genera sentimenti apocalittici (e sotto preme il desiderio di una autodistruzione) e insieme incita alla fuga in un passato che è soltanto la proiezione di un mito, la figura di un desiderio.
In questa situazione di "sofferenza" alcuni si sentono in obbligo, in nome della "purezza" dell'arte, di negare tale statuto alla pubblicità fondando la negazione sul fatto che l'ideologia della pubblicità è il consumo, che la condiziona in modo decisivo e incontrastabile.
Da
Lo specchio della seduzione
A.Porta
-----------intermezzo pubblicitario----------
Inviato da: Bejita
il 24/12/2005 alle 13:14
Inviato da: novata
il 14/11/2005 alle 09:01
Inviato da: Maheo
il 11/04/2005 alle 10:11
Inviato da: nasya
il 08/04/2005 alle 14:18
Inviato da: nasya
il 07/04/2005 alle 15:53